Complici il film Disney Coco e alcune vicende personali, l'esperienza di viaggio che sognavo di vivere da anni è sempre stata El Día De Los Muertos (il giono dei morti) o Los Días De Los Muertos, se vogliamo riferirci a tutti i giorni che rientrano nella celebrazione. 

Quando all'ultimo momento sono riuscita a organizzare il viaggio in Messico proprio tra il 31 ottobre e il 2 novembre, beh, quasi non ci credevo per l'emozione. È stato uno dei viaggi più attesi e sentiti di sempre, un'esperienza che raccomando a tutti coloro che, come me, sentono l'esigenza di vivere questi giorni dove la morte - e la sua commemorazione - assume un significato diverso.

Cos'è il Dia De Muertos?

Il Día de Muertos è una festa messicana che celebra i propri cari defunti. Sebbene la morte sia un tema di fondo della festa, lo scopo è celebrare (invece di piangere) i defunti. È una festa iconica e molto colorata che prevede decorazioni, musica, sfilate, cibo e costumi.

Una breve storia del Día de Muertos

Le origini del Día de Muertos risalgono alle antiche culture mesoamericane, che consideravano il lutto per i defunti come un gesto di mancanza di rispetto. Per loro, la morte rappresentava una fase naturale dell'esistenza, e i defunti erano visti come membri della comunità il cui ricordo andava preservato. Una volta l'anno, si credeva che gli spiriti dei morti tornassero tra i vivi per un breve periodo, evento celebrato con un festival. Gli Aztechi, ad esempio, dedicavano un mese intero alla Dea della Morte e ai defunti, con celebrazioni che originariamente si svolgevano ad agosto.

Con l'arrivo dei conquistadores spagnoli, tutte le tradizioni indigene furono vietate. Tuttavia, per facilitare la conversione al cattolicesimo, i festeggiamenti legati ai defunti furono spostati a novembre, in coincidenza con Ognissanti e la Commemorazione dei Defunti del calendario cattolico. Questo adattamento forzato integrò elementi cattolici nelle celebrazioni indigene. Oggi, il Día de Muertos mescola antichi rituali mesoamericani con influenze cattoliche, dando vita a una tradizione unica e sincretica secondo la quale i morti vanno a occupare un altro spazio ma, una volta all’anno, l’anima ha il permesso di tornare sulla Terra.

Il 1° novembre, chi celebra il Día de Muertos ritiene che gli spiriti dei santi, dei bambini e dei neonati facciano ritorno nel mondo dei vivi per un giorno. A mezzanotte, questi spiriti tornano nel regno dei morti. Il 2 novembre, invece, si crede che sia il turno delle anime degli adulti defunti di visitare il mondo dei vivi.

La morte non è una fine, ma un passaggio verso una nuova forma di vita. Non un "addio", insomma, ma un "arrivederci".

È questo il concetto, proprio della cultura messicana e di altre culture del Sud America, che sta alla base del Día de Muertos. Un gigantesco inno alla vita che, dopo essere stato riconosciuto dall'UNESCO come Patrimonio Mondiale dell'Umanità (perché continua a preservare la vera tradizione del Día De Muertos), attira ormai persone da ogni angolo del mondo (aspettatevi quindi molta gente).

Si tratta di giorni di festa in tutto il Paese (anche se la celebrazione è più sentita in alcune località tra cui Città del  Messico, Oaxaca, San Miguel De Allende), ma è nei cimiteri che si scopre il volto più autentico e profondo di questa tradizione millenaria secondo la quale i propri cari che non ci sono più, proprio perché ricordati,  possono tornare sulla Terra una volta all’anno

Come organizzarsi dall'Italia

Per risparmiare acquistate il volo il prima possibile. Sembra un consiglio banale, me ne rendo conto, ma è fondamentale. Io sono partita da Miami (perché avevo già acquistato i voli per Miami per tutt'altro tipo di viaggio) e poi da lì ho preso un volo AirMexico (ottima compagnia) pagato sui 500 dollari (andata e ritorno, bagagli inclusi). Se vi risulta più conveniente questa modalità, o se magari volete abbinare la Florida al Messico, prendetela in considerazione. 

Prenotate tutto con largo anticipo, anche le esperienze in loco, in primis l'amatissimo Museo di Frida Kahlo (in questo articolo vi ho consigliato cosa non perdere assolutamente a Città del Messico).

E monitorate i siti principali del Paese e della città per essere al corrente dei giorni e degli orari precisi delle parate e degli eventi, che variano ogni anno. 

Non dimenticate che prima di partire per il Messico è fondamentale stipulare una buona polizza assicurativa. Per svariati motivi: per tutelarvi dal punto di vista sanitario (la priorità), ma anche per avere assistenza nel caso di imprevisti come lo smarrimento dei bagagli. E vista l'ottima esperienza (anche di molti miei lettori) non posso che consigliarvi la compagnia assicurativa che io stessa utilizzo da anni: Heymondo. A questo link trovate uno sconto riservato per tutti i miei lettori che desiderano partire sereni

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Dove vivere Los Dias De Los Muertos: Città del Messico e Mixquic

Come dicevo su, non tutte le città in Messico vivono in maniera così partecipata questa celebrazione. Tra i luoghi più amati e consigliati per Los Días De Los Muertos ci sono Oaxaca, San Miguel De Allende e poi lei, la Capitale, Città del Messico. 

Io per comodità (volo diretto) e per convenienza (i voli per Oaxaca costavano decisamente di più) ho optato per Città del Messico. E oggi, col senno di poi, posso dire che sono davvero felice della scelta. In primis perché tra Città del Messico e dintorni c'è tantissimo da vedere, quindi è possibile abbinare alla celebrazione l'esplorazione della città e dei siti storici nei paraggi. Inoltre, a Città del Messico è impossibile non sentire l'atmosfera del Día De Muertos: tutte le piazze principali sono decorate, in primis la Piazza della Costituzione (El Zocalo) con le Catrinas e la musica a tema (La Llorona su tutte) che la rendono ipnotica e indimenticabile. E poi solo nella Capitale si tiene l'attesissima e coloratissima parata, El Gran Desfile, solitamente il 2 novembre. 

In ultimo - e non per ordine di importanza - chi si trova a Città del Messico può facilmente raggiungere San Andrés Mixquic, un villaggio che si trova a circa un'ora e mezza (col traffico anche due ore piene) di macchina a sud di Città del Messico. È famosa per le sue celebrazioni del Día de Muertos e ha ricevuto la designazione di "Barrio Mágico" nel 2011, proprio per questo motivo.

Mixquic, un luogo intriso di storia e tradizione, affonda le sue radici nell'XI secolo, ben prima dell'arrivo dei conquistadores. Gli scavi archeologici hanno svelato che qui esisteva un antico culto dei morti, una tradizione che ancora oggi vive nelle celebrazioni del Día de Muertos. Nel XVII secolo fu costruita la chiesa e l'ex monastero di San Andrés Apostol, che divenne il cuore pulsante della città. Attorno alla chiesa, si estende un suggestivo cimitero, divenuto famoso a livello internazionale per la veglia dell'Alumbrada, un momento magico che illumina la notte del Día de Muertos con migliaia di candele accese in onore dei defunti. Io vi ho partecipato e posso dirvi che l'Alumbrada è davvero suggestiva (qualcosa che non avevo mai provato prima), così come l'atmosfera speciale che si respira nelle strade del paesino, che mi ha ricordato le sagre e le feste di paese dei nostri borghi.

Un dettaglio affascinante: molte delle antiche chiese messicane costruite al centro di un cimitero sono state abbandonate perché ritenute insalubri. Tuttavia, la chiesa di Mixquic rappresenta un'eccezione unica, continuando a servire con orgoglio la sua comunità. Mixquic è molto più di una destinazione: è un viaggio nel tempo e nello spirito di una tradizione immortale. 

In questo video vi racconto anche con le clip e le immagini la bellezza di Mixquic:

Come si svolge l'Alumbrada a Mixquic

Un rituale di preparazione senza tempo
Il 2 novembre, Mixquic si trasforma in un luogo di connessione spirituale profonda. Le famiglie decorano le tombe dei loro cari con cempasúchil, fiori dai colori sgargianti, e intricati disegni realizzati con segatura colorata, rappresentando simboli come la Vergine Maria, croci e figure indigene. Le candele accese illuminano i ricordi, creando un'atmosfera di straordinaria bellezza e raccoglimento.

La magia della Veglia dell'Alumbrada
Quando le campane della chiesa suonano alle 20:00, il cimitero si immerge in una luce soffusa. Migliaia di candele brillano, riflettendo colori vivaci sui fiori e creando un'atmosfera quasi ultraterrena. Il profumo dell'incenso di copale si diffonde, accompagnando l'arrivo degli spiriti dal regno dei morti. Le famiglie si riuniscono sulle tombe, chiacchierando, ricordando e condividendo i cibi preferiti dei defunti. È un momento sospeso tra festa e introspezione, culminante a mezzanotte con il rintocco finale delle campane, che segna il ritorno degli spiriti nel loro mondo.

Un'esperienza coinvolgente e rispettosa
Visitare Mixquic durante il Día de Muertos è un'esperienza affascinante, ma richiede rispetto. Ricordate di muovervi con discrezione, evitando borse ingombranti e chiedendo sempre il permesso prima di scattare foto. Alcune famiglie potrebbero essere aperte a condividere le loro tradizioni, mentre altre preferiscono vivere il momento in silenzio.

Il simbolismo dei cempasúchil
Questi fiori dai colori arancioni e gialli sono il cuore pulsante del Día de Muertos. Con il loro profumo unico, si crede che guidino gli spiriti verso la terra dei vivi. I petali vengono sparsi dall'ingresso delle case fino alle ofrendas e utilizzati per creare archi simbolici, rappresentando il passaggio tra i due mondi. Il loro fascino, reso celebre anche dal film Coco, è tanto vibrante nella realtà quanto sul grande schermo.

Le ofrendas: un ponte tra i mondi
Le ofrendas, gli altari dedicati ai defunti, sono il fulcro del Día de Muertos. Arricchite di simboli come il papel picado (bandierine di carta colorata), candele, incenso, cempasúchil e cibi amati dai cari scomparsi, queste creazioni rappresentano un vero e proprio ponte tra la terra e il cielo. Ogni elemento, dai teschi di zucchero al Pan de Muertos, ha un significato profondo: celebrare la memoria e accogliere gli spiriti con calore e gioia.

Un'esperienza unica e memorabile
Mixquic durante il Día de Muertos non è solo una celebrazione, ma un viaggio emotivo e spirituale in una delle tradizioni più autentiche del Messico. Con i suoi colori, profumi e riti, questo evento incarna l'essenza stessa del Día de Muertos: la celebrazione della vita attraverso il ricordo dei cari defunti. Se decidete di visitarlo, preparatevi a vivere un'esperienza che vi rimarrà nel cuore per sempre.

La figura della Catrina, il simbolo elegante e satirico del Día de Muertos

Se non riconosci il suo nome, probabilmente avrai visto almeno una volta immagini di donne vestite da Catrina: figure scheletriche raffinate e affascinanti, spesso protagoniste delle celebrazioni del Día de Muertos, come il Gran Desfile a Città del Messico.

Ma chi è davvero La Catrina? La sua storia inizia all'inizio del XX secolo, quando il famoso incisore messicano José Guadalupe Posada creò La Calavera Catrina. Questo personaggio satirico rappresentava i nativi messicani che rinnegavano le loro origini indigene, adottando abiti e tradizioni europee per sembrare aristocratici. La Catrina, con il suo aspetto elegante ma scheletrico, divenne un pungente simbolo di critica sociale.

Il vero slancio alla popolarità della Catrina arrivò nel 1947 grazie al celebre murale di Diego Rivera, Sueño de una Tarde Dominical en la Alameda Central (Sogno di una domenica pomeriggio ad Alameda Central). In questo murale, Rivera non solo rese omaggio al lavoro di Posada, ma utilizzò la Catrina per rappresentare l'accettazione messicana della morte, un tema che permea profondamente la cultura del Paese. Alcuni vedono la Catrina come un simbolo del legame complesso tra l'eredità europea e le radici mesoamericane, con le ossa indigene avvolte negli abiti dell'aristocrazia europea.

Oggi, La Catrina è diventata l'icona indiscussa del Día de Muertos, incarnando perfettamente l'atteggiamento messicano verso la morte: una celebrazione gioiosa e piena di vita. Durante le festività, travestirsi da Catrina o da scheletro e partecipare a parate e feste nei zócalos è parte del divertimento. Raffinata, audace e intrisa di storia, La Catrina continua a simboleggiare l’essenza di una festa unica al mondo, dove la morte non fa paura, ma si accoglie con eleganza e allegria.
 

Per il tour io mi sono affidata a GetYourGuide, che per me è quasi sempre garanzia di affidabilità. Il vantaggio è sicuramente quello di avere una guida preparata per approfondire e eventualmente fare domande. In alternativa ci si può rivolgere a un driver tramite Uber, magari accordandosi sull'orario del rientro e sul punto preciso di ritrovo (molto importante perché c'è davvero tanta tanta tanta gente - e spesso non prendono nemmeno i telefoni). 

L'esperienza è da brividi, indimenticabile. Ascoltare la messa in spagnolo mentre la gente del posto in silenzio attende il ritorno sulla Terra dei propri cari defunti davanti alle tombe coloratissime in loro onore, ecco, è qualcosa che scuote profondamente l'animo. 

Tuttavia il grande neo - devo dirlo - è la mancanza di rispetto di molti turisti a farsi foto tra le tombe, con gli zaini sbattono contro i fiori, contro chi è lì per rendere omaggio ai propri cari senza nemmeno dire “con permiso”, senza nemmeno porgere loro un sorriso. Ecco, ho amato questo momento che attendevo da anni ma non ho apprezzato la superficialità con cui molti turisti lo vivono.
Quindi vi chiedo, se doveste partecipare il prossimo anno, di entrare in punta di piedi e rispettare il significato profondo della celebrazione. 

All'interno dell'articolo sono presenti link di affiliazione, inseriti in modo totalmente spontaneo, dopo aver testato (e apprezzato) le esperienze in prima persona. Effettuando le vostre prenotazioni tramite i link di affiliazione non avrete nessun costo extra, ma supporterete il mio lavoro permettendomi di continuare a viaggiare e realizzare articoli utili e impegnativi di cui voi potete fruire gratuitamente.