Perché andare in Sardegna? Perché la Sardegna è una terra fatta di storia e antiche leggende, di paesaggi mozzafiato, di una cucina ricca e gustosa, ma soprattutto di emozioni. Sì, emozioni.

Ecco quindi 10 emozioni che può regalare la Sardegna, con l’aggiunta di una che solletica particolarmente le papille gustative. Tutte da provare!

1. Curiosità. Il centro storico di Cagliari

Calda e solare lungo i viali del lungomare, Cagliari sorprende il visitatore presentandosi intima e misteriosa, quasi mistica, per le vie del centro storico. Incantati da un’alternanza musicale di alti e di bassi, di luci ed ombre, di spazi aperti e di viuzze popolari, non si percepisce la fatica della salita raggiungendo la parte alta della città.

È la maestosità del Bastione di Saint Remy ad accoglierci e catapultarci sulla terrazza Umberto I, da cui si può godere di una vista panoramica su tutto il capoluogo e del suo mare. Addentrandosi nel cuore del centro storico, all’ombra delle torri di San Pancrazio e dell’Elefante, convivono in uno straordinario equilibrio l’elegante bellezza della Cattedrale di Santa Maria e del vicino Palazzo Regio, insieme alle atmosfere medievali del quartiere Stampace. Tuttavia è il quartiere della Marina, dal sapore verace e fortemente mediterraneo ad anticipare l’abbraccio del mare, al quale gradualmente ci riporta, attraversando vicoli, botteghe e profumi di cucina tipica.

2. Serenità. Un aperitivo in spiaggia al Poetto

È grazie a questa spiaggia che probabilmente si comprende il legame tra Cagliari ed il suo mare. Il loro è un matrimonio solido ed indissolubile, equilibrato e duraturo, testimone della simbiosi e dell’interdipendenza tra le strade cittadine e le onde che intercettano la sabbia ampia e chiara. Raggiungibile in pochissimo tempo dal centro della città, l’arenile si presta per passeggiate e sport, per un rapido tuffo, per intere giornate di mare, oppure semplicemente per un aperitivo al tramonto. A quest’ora del giorno la spiaggia è meno affollata, il mare è tranquillo, il profilo del promontorio della Sella del Diavolo tocca delicatamente l’orizzonte ed il rumore delle onde è quasi in sintonia con la musica dei bar in lontananza.

3. Stupore. La vista da Torre di Porto Giunco

I profumi della macchia mediterranea ed il soffio del vento trasformano la salita verso la torre in un momento quasi solenne e celebrativo. La bellezza sterminata del paesaggio che si staglia davanti ai nostri occhi è effettivamente tale da sembrare inverosimile, quasi ultraterrena. In un solo sguardo si riuniscono le sfumature e le geometrie naturali più belle di tutta l’area marina di Capo Carbonara, di cui la Torre di Porto Giunco rappresenta uno dei punti più alti. In un solo colpo d’occhio, da un lato possiamo godere della vista della stupenda Spiaggia del Giunco e dello Stagno di Notteri, dall’altro la costa si allunga e si slancia, quasi a voler toccare l’Isola dei Cavoli.

 

4. Vertigine. Un tuffo a Punta Molentis

Soltanto alcuni metri di terra separano un mare trasparente e il suo fondale basso e candido, da un’esperienza balneare molto diversa. Ci vogliono pochi passi – letteralmente – per abbandonare una comoda spiaggia di sabbia bianca e tuffarsi in un abisso profondo ed affascinante. Sott’acqua il silenzio sovrasta il vociare dei bagnanti e dei turisti, lo sguardo si perde nelle sfumature di blu e si rimane incantati dai banchi di pesci, che assomigliano a zaffiri e lapislazzuli in movimento ed evocano quasi un senso di piacevole smarrimento. Ritornando in superficie, gli scogli della costa sembrano onde cristallizzate e scolpite nella roccia, riflettendo in altezza le profondità del mare.

5. Gioia. Il comune di Iglesias

Attraversando Corso Matteotti si è avvolti dai colori caldi come l’animo degli abitanti, le sonorità del luogo e le palpabili radici iberiche del territorio, che sono perfettamente fuse con la tradizione medievale e con il recente passato industriale dell’epoca moderna. I toni aranciati dominano le facciate dei palazzi e delle abitazioni, quasi a voler celebrare un’estate perenne e sono un tratto costante sin dalla zona delle Mura, passando per le numerose chiese, fino al cuore pulsante del centro abitato, che è la splendida Piazza La Marmora.

 

6. Disorientamento. La costa occidentale iglesiente

I tornanti e curve sinuose delle strade si sovrappongono alle linee decise e spigolose della roccia, al tratto frastagliato della vegetazione, al profilo schietto dell’orizzonte e ai riflessi cangianti del cielo sul mare sterminato. Attraversare in auto questo angolo di costa sarda vuol dire un po’ perdersi, abbandonarsi a geometrie diverse e confondenti, che sembrano dipingere quadri impressionisti sovrapposti a trame cubiste e decorazioni moresche. L’autoradio cattura stazioni in lingua spagnola, ricordandoci che cosa c’è dall’altra parte del mare, che come sempre unisce e congiunge luoghi, ma anche storie, culture e persino voci.

7. Meraviglia. Il tramonto sulla Laveria Lamarmora

Lo splendore e la collocazione a picco sul mare dell’antica laveria rendono le sue rovine uno spettacolare esempio di archeologia industriale, lasciandoci quasi credere che i vecchi pilastri e le pareti della struttura vogliano mimare le colonne e i basamenti di un tempio greco. I colori, le atmosfere ed il panorama che si possono apprezzare al tramonto rendono l’orizzonte di fronte a Nebida uno degli scorci più belli, emozionanti e commoventi di tutto il territorio.

8. Mistero. La miniera di Porto Flavia

L’oscurità dei cunicoli dell’antica miniera sorprende il visitatore, abituato ad una Sardegna luminosa e vivace, che questa volta, a Masua, ci stupisce con il buio del ventre delle sue rocce, intrise di umidità, ma soprattutto di storie e della fatica degli operai.

Attraversando le vie sotterranee, il silenzio sembra essere rotto dalla memoria dei rumori tipici della dura quotidianità in miniera. Alla fine del tunnel, l’esperienza è quasi dantesca: sembra di riemergere dagli inferi e ritrovarsi di fronte ad una vista paradisiaca, stagliandosi davanti agli occhi il faraglione Pan di Zucchero, a svettare dal blu profondo del mare.

 

9. Divertimento. In spiaggia a Porto Pino

Sabbia, mare ed ancora sabbia. La spiaggia sembra non terminare mai ed è il teatro perfetto per la quintessenza di una giornata al mare: la natura rigogliosa alle nostre spalle, un mare cristallino di fronte ed un arcobaleno di ombrelloni e baretti dove placare la sete e consumare un aperitivo. Imprescindibile una tappa alle dune di Is Arenas Biancas, un vero e proprio manto di velluto bianco adagiato sulla costa.

10. Piacere. Una gita a Nora

Le radici profonde della cultura fenicia e le forti tracce dell’influenza romana sono tangibili e fioriscono ancora oggi nei mosaici e nei resti di templi ed edifici di estremo interesse e valore architettonico. Ciò che rimane delle antiche vie cittadine gode di un ottimo stato di conservazione e sembra ancora essere popolato dagli abitanti del tempo, lasciandoci rievocare perfettamente le arti, le preghiere e il viavai dell’antico centro, parte dell’odierna Pula.

11. Appagamento. La cucina tipica sarda

La fregola ai frutti di mare sprigiona nel palato tutti i segreti delle onde e dei fondali, rendendo onore alla fatica dei pescatori e la sapienza delle cucine locali, complesse e variopinte come la cultura del territorio. I culurgiones, spesso ripieni di patate e menta, racchiudono tutta la forza della terra e delle mani abili a impastare. Le seadas sono un trionfo di golosità e di squisiti contrasti. E ancora il porceddu, la bottarga, la zuppa e praticamente tutte le interpretazioni del pesce viziano ed accompagnano il viaggiatore, rappresentando, con il loro gusto, uno dei ricordi più piacevoli della permanenza in Sardegna.

In collaborazione con Cagliari Airport Sogaer e Sardegna Turismo