Ho un debole per la fede sarda. Non ho mai nascosto la mia passione per gli anelli, in particolare per gli anelli acquistati in viaggio, capaci di dare un valore aggiunto alla mia piccola collezione. E la fede sarda è uno di questi.

Probabilmente il mio legame con questo gioiello è dovuto all’amore che i miei genitori nutrivano per la Sardegna, meta che avevano scelto per il loro viaggio di nozze. In quell’occasione mio padre regalò a mia madre una bellissima fede sarda che, durante il periodo dell’adolescenza, rubavo di nascosto a mia madre per sfoggiarla durante le mie uscite. E dopo di me l’ha fatto mia sorella. E così, tra le donne della mia famiglia negli anni si è instaurato una sorta di tacito accordo che ha previsto il tramandare l’anello di generazione in generazione.

Fino a quando due anni fa, quando sono stata in Sardegna con mia madre, abbiamo finalmente acquistato tre fedi sarde. Affinché tutte le donne della nostra famiglia potessero indossare contemporaneamente questo anello che tanto amiamo. Trovo sia qualcosa che ci lega, che sentiamo ormai parte di noi, pur non essendo sarde.

E poiché la fede sarda continua ad affascinarmi, ho intervistato Pier Andrea Carta, un orafo di Cagliari, che mi ha raccontato qualcosa in più su questo iconico gioiello.

Parlare con lui ha fatto crescere in me la convinzione di quanto sia prezioso questo monile, non tanto per il valore economico (che varia in base alla lavorazione e al metallo utilizzato), bensì per il suo significato e il profondo legame con il territorio. Oltre al fatto che viene lavorato artigianalmente. E per chi visita la Sardegna, secondo me, è il souvenir perfetto (che poi, diciamoci la verità, chiamarlo souvenir è anche riduttivo).

La fede sarda è uno degli oggetti più antichi che si trovano in Sardegna. Un gioiello che percorre millenni di storia, rimanendo indenne allo scorrere del tempo e al variare delle mode.

In particolare la fede campidanese, ovvero quella classica con le foglie laterali, indice di prosperità e abbondanza.

Ma com’è nata la fede sarda?

Vi sono tantissime campane circa la nascita della fede sarda: tantissime sono le leggende che circolano tra Cagliari, Nuoro e gli altri capoluoghi della regione. Pare che la prima volta che si è sentito parlare della fede sarda sia stato durante l'epoca prenuragica.

E pare che, tra le varie leggende, quella delle Janas sia la più attendibile. Forse perché è la più affascinante. Si dice che fossero le Janas a forgiare le fedi sarde. Le Janas sono le fate che, secondo la leggenda, popolavano gli angoli brulli e isolati della Sardegna in età prenuragica. Vivevano nelle Domus de Janas (case delle fate) dove lavoravano la filigrana realizzando anelli e altri monili, impreziositi da pregiate pietre tipiche dell’isola, tra cui il corallo e l’ossidiana.

L’abilità delle Janas nell’intrecciare le auree fibre (la filigrana) pare suscitasse un’ammirazione devota presso gli abitanti dell’isola, che le consideravano quasi delle divinità. Tant’è che alcuni sostengono che, secondo la leggenda, ogni uomo che desiderava sposarsi, prima di chiedere la mano alla propria amata, si rivolgesse proprio alle Janas per ricevere la loro benedizione. E così queste fate intessevano un filo d’oro per realizzare un bellissimo anello – la fede sarda - che l’uomo avrebbe dovuto far indossare alla propria amata sull’anulare sinistro, poiché da lì passava la cosiddetta vena amoris, la vena che arriva direttamente al cuore.

Ovviamente non vi è alcuna evidenza storica di tutto questo, dal momento che le Janas sono figure mitologiche. Tuttavia è bello credere che si celi un po’ di magia dietro la nascita e la lavorazione di questo gioiello speciale, divenuto simbolo di un’isola che magica, alla fine, lo è davvero.

La lavorazione della fede sarda

Per quanto riguarda la lavorazione, è certo che la fede sarda campidanese presenti una contaminazione che arriva dal Nord Africa. Basti pensare che la lavorazione dei pallini – che la filigrana sarda ha fatto propria – è diffusa in tutto il Mediterraneo.

Nella fede sarda classica (la campidanese) vi sono tre elementi base della filigrana:

  • le foglie laterali
  • la granulazione (i pallini)
  • il canottiglio (il cerchietto che c’è sotto il pallino)

Il tempo di realizzazione di una fede sarda? Uno o due giorni dal momento della fusione del metallo. Si può realizzare sia in oro che in argento.

Qualche ultimo cenno sulla tradizione della fede sarda

Solitamente la fede sarda viene indossata all'anulare sinistro, dove si dice scorra la vena amoris, chiamata così dai latini. Così come si narra nella leggenda.

Sicuramente avrete fatto caso alla particolarità dell’apertura di questo monile. Ebbene sì, la fede sarda campidanese viene lasciata aperta - e non viene chiusa – per un preciso motivo, dal momento che le dita della sposa potevano allargarsi col passare del tempo, per una gravidanza o per altre cause. In questo modo è possibile allargarla e stringerla in autonomia, senza rivolgersi a un orafo.

Infine, pare che secondo la tradizione dev’essere la madre a regalare alla figlia la propria fede sarda, in modo che possa passare di mano in mano anzi, di dito in dito, tra le future generazioni della famiglia. Un po’ come è accaduto alla fede sarda nella mia, di famiglia. Passando da mia madre a me, fino a mia sorella. E credo proprio che anche noi continueremo a portare avanti questa tradizione.

Photo credits: Adriano Mauri


Articolo realizzato in collaborazione con www.sardegnaturismo.it