Fuga d’autunno in Umbria: Orvieto e l'Altarocca Wine Resort
Vai all'articolo: Fuga d’autunno in Umbria: Orvieto e l'Altarocca Wine ResortCi sono luoghi che hanno una palette di colori che si addice loro di più, una sorta di armocromia naturale che li contraddistingue e li rende unici. Quella dell’Altarocca Wine Resort è quella autunnale, in cui i colori virano dal marrone, al vinaccia al verde bosco.
E salendo i tornanti che la dalla piccola frazione di Rocca Ripesena portano al Resort se ne respira tutta la meraviglia, se ne apprezza la quiete e la bellezza, si ammira l’armonia delle colline umbre e dell’altura di fronte su cui svetta Orvieto con il suo Duomo.
Arrivati a destinazione quella sensazione aumenta, l’Altarocca Wine Resort si fonde alla perfezione con l’ambiente circostante. Il resort infatti è composto da una struttura centrale a cui fanno da cornice altre tre strutture più piccole, con altrettante piscine, che la rendono un piccolo albergo diffuso contornato da una distesa di oltre 20 ettari di vigneti e uliveti.
Gioia per gli occhi e per il palato
Dopo aver riempito gli occhi arriva l’ora del palato: è il Ristorante Altarocca, premiato con due forchette dalla prestigiosa Guida Michelin, ad aprire le porte del suo accogliente dehors.
Elegante e rilassante al tempo stesso, senza essere troppo ingessato, fatto di luminose vetrate e meravigliose terrazze immerse tra gli ulivi, è il luogo ideale dove gustare i sapori della tradizione gastronomica dell’Umbria, il tartufo su tutti, accompagnati dai pregiati vini biologici che qui sapientemente si producono. Personalmente ho scelto (ben consigliata dai preparatissimi sommelier) e prediletto i rossi, il Librato Rosso Orvietano DOC, il Lavico Merlot- Cabernet Sauvignon Umbria IGT e il Rosso d'Altarocca Merlot Umbria IGT; la cantina vanta anche altrettanti gustosi bianchi: l'Arcosesto Orvieto Classico DOC, Abaco Orvieto Classico Superiore DOC e il Bianco d'Altarocca Chardonnay Umbria IGT.
Nota d’eccezione va anche all’olio di produzione locale, dal gusto intenso e dal retrogusto piccante come solo gli estratti di queste terre sanno essere. É quasi un sacrilegio non assaggiarlo sul tipico pane sciapo ternano!
Menzione speciale va all’Invinum Bistrot che, nell’altrettanto panoramica lounge di Villa Gualtieri ma in un ambiente più informale, propone un menù davvero interessante e ricercato basato sul km0 e sulla ricerca di materie prime selezionate.
A ritemprare lo spirito invece ci pensa l’intima SPA con centro benessere. Anche se in questo periodo non è stato possibile usufruire di tutti i servizi, ho potuto godere della piscina riscaldata, della doccia emozionale e della sauna in tutta sicurezza.
La parte che ho apprezzato di più? La zona relax, attrezzata con lettini sospesi rivolti verso la rupe di Orvieto e le colline umbre. Se poi a far capolino tra le colline e le basse nubi arriva anche l’arcobaleno lo spettacolo è garantito.
Non meno distensiva la suite che mi è stata riservata, l’Agrifoglio, arredata con gusto vagamente Old England sui toni del verde, che personalmente adoro, ancor di più in camera da letto e quando il tutto è impreziosito da un alto soffitto dalle travi in legno chiaro. E soprattutto, aggiungerei, se spostando la tenda, posso affacciarmi a un delizioso balcone dove la mia vista si perde tra le colline e la vallata.
Una passeggiata a Orvieto
Seppur la mia “fuga” è stata solo di 24 ore, non mi ha impedito di fare un giro ad Orvieto, percorrere i suoi caratteristici vicoli, scoprire le piazzette nascoste, le botteghe e le trattorie, preludio a quella che è l’attrazione maggiore della cittadina umbra: il Duomo.
Simbolo della città stessa di Orvieto, il Duomo è una delle più belle cattedrali d’Italia e del mondo, definita “Il Giglio d’Oro delle Cattedrali”. Di un austero e rigoroso stile romanico- gotico, sembra quasi fuori contesto per forma e colore, troneggia sulla piazza che a tratti fa quasi fatica a contenerlo, talmente è imponente, e lascia attoniti, talmente è bello. Non avrei smesso di guardarlo, anche se per vederlo tutto e immortalarlo ho dovuto spingermi fino alla viuzza che si apre di fronte. Il mio consiglio è di non limitare la vostra visita alla piazza della Cattedrale o all’assai noto Pozzo di San Patrizio ma di girare per la città, magari anche discostandovi dalle strade più turistiche. Orvieto è di quelle perle tutte italiane, che si lasciano scoprire, si lasciano vivere anche e soprattutto durante una tutt’altro che tiepida mattina autunnale.
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