Aruba e Miami: un viaggio da sogno con Eden Made
Vai all'articolo: Aruba e Miami: un viaggio da sogno con Eden MadeSono appena rientrata da un viaggio da sogno tra Aruba e Miami.
Un viaggio fatto di alcune delle cose che più amo: mare, sole, salsedine e ritmi caraibici.
Sono partita dal caraibico mare di Aruba, dove ho trascorso cinque giorni, per poi immergermi nell’atmosfera cosmopolita di Miami gli ultimi due giorni.
Ho viaggiato in collaborazione con Made, brand – parte di Eden Viaggi - specializzato nella realizzazione di viaggi su misura.
Partendo dalle esigenze e dagli interessi dei viaggiatori, Made realizza degli itinerari sartoriali capaci di svelare sfaccettature insolite di una destinazione.
Ed è quello che ho potuto constatare soprattutto a Miami, scoprendo diverse zone in cui non ero mai stata nelle due volte precedenti.
Tutto questo è possibile grazie alle guide proposte da Made, dei local esperti sulla destinazione (e che parlano italiano).
Perché organizzare un viaggio con Made?
Made si rivolge a chi ama viaggiare affidandosi a chi ha più esperienza. Si rivolge a coloro che desiderano portare a casa un’esperienza unica, slegata dai classici villaggi turistici.
Si rivolge a coloro che desiderano abbinare più destinazioni o magari visitarne una sola.
Si rivolge a coloro che, pur amando i viaggi personalizzati, desiderano il comfort e la sicurezza di essere coccolati e seguiti da esperti del settore.
E adesso concentriamoci sul viaggio.
Aruba
Ho trovato Aruba completamente diversa dalle altre isole che ho visitato nei Caraibi finora.
Complici le sue piccole dimensioni e il fatto che sia un protettorato olandese, ad Aruba è difficile trovare zone degradate.
E questo rende l’isola sicura ovunque si vada.
Sì, è un’isola caraibica, eppure la si percepisce all’avanguardia.
E in questo credo influisca anche la forte presenza statunitense.
Ma la vegetazione e il mare non lasciano dubbi e catapultano subito nell’animo esotico dell’isola.
La vegetazione è fatta prettamente di aloe (Aruba è tra i maggiori produttori di aloe a livello mondiale) e di cactus.
Meravigliosi cactus altissimi che non ho potuto fare a meno di fotografare, in tutte le salse.
Il mare è cristallino praticamente ovunque, sia nelle zone più incontaminate che in quelle più turistiche come Palm Beach.
Ha un colore azzurro intenso che vira verso il verde acqua e poi di nuovo verso il celeste. Tante sfumature in cui nuotare per ore e ore, traendo tutti i benefici di questo posto.
Perché Aruba sa essere anche terapeutica.
Uno dei grandi pregi di Aruba è il meteo, che promette sole quasi tutto l’anno.
L’isola infatti non è soggetta a uragani o a grandi piogge e questo fa sì che possa essere tranquillamente inserita in un viaggio in qualsiasi periodo dell’anno.
Un’altra cosa che ho adorato è l’acqua.
Non solo l’acqua del mare, ma il fatto che l’acqua sia potabile e si possa fare tranquillamente a meno di comprarla in bottiglia.
Nei cinque giorni sull’isola, Made ci ha proposto 3 attività:
- Renaissance Private Island. Si tratta dell’isola privata dell’omonimo hotel. Qui si trovano i famosi fenicotteri rosa che compaiono in tutte le foto di Aruba. Un’esperienza singolare che permette di fare il bagno con i fenicotteri e accarezzarli (ma fate attenzione: i fenicotteri non sono docili come sembrano).
- Escursione in catamarano. Si tratta di un’escursione che parte da Palm Pier a Palm Beach. Un’escursione al sapore caraibico con musica e open bar che permette di esplorare i fondali facendo snorkeling in mare aperto. Si tratta di un’attività molto divertente, perfetta per gruppi di amici.
- Escursione in jeep. Questo tour, guidato da un local esperto, dà la possibilità di esplorare varie zone dell’isola, incluse spiaggette, piccole cappelle frequentate dalla gente del posto e meravigliosi ponti naturali. Ah, siamo stati proprio noi a guidare le jeep!
E poi c’è San Nicolas, che ho visitato guidata dall’ente del turismo di Aruba.
E me ne sono innamorata.
Si tratta di una zona ricca di colori e street art, dove i bambini del posto scorrazzano divertiti in bicicletta. Qui i turisti sono pochissimi e si respira un’aria autentica e genuina.
Qui c’è anche un baretto pieno zeppo di targhe e gingilli che mi ha ricordato molto i saloon di Key West. Si chiama Charlie’s Bar e ve lo raccomando: vi trasporterà in pochi istanti in un’atmosfera d’altri tempi.
La zona migliore per soggiornare (e una delle migliori anche per il mare) è Eagle Beach, molto più tranquilla di Palm Beach.
Io ho soggiornato al Divi, proposto da Made, proprio su Eagle Beach.
Vi segnalo altre due spiagge paradisiache scoperte grazie all’ente del turismo di Aruba e Made: Arashi Beach e Baby Beach.
Miami
Si può pensare che visitare un posto per la terza volta possa risultare noioso, monotono.
E invece no.
Sono tornata a Miami per la terza volta e ho scoperto una miriade di cose che non avevo mai visto prima.
Con Made ho potuto esplorare la città e i dintorni in maniera unica, con un local preparatissimo e desideroso di farci rientrare a casa realmente arricchiti.
Oltre all’imperdibile e blasonatissima Miami Beach, grazie a Made ho finalmente esplorato Wynwood, una zona emergente di Miami ricca di localini e di opere di street art realizzate da alcuni dei writer più influenti a livello mondiale.
Ho finalmente messo piede a Little Havana, il quartiere cubano di Miami dove ci si dimentica davvero di essere negli USA.
Little Havana non è una semplice riproduzione turistica di Cuba, bensì la zona in cui i tantissimi cubani che vivono a Miami si sono insediati portando lo spirito della loro isola.
Qui troverete ristoranti cubani, venditori ambulanti di sigari, giocatori di domino…
E per entrare nell’atmosfera cubana con tutti i sensi, abbiamo anche pranzato da El Pub, sorseggiando un buonissimo mojito e gustando le specialità cubane.
Abbiamo fatto una sosta a Bayside e abbiamo scoperto che proprio a Miami si trova il cimitero dove Michael Jackson ha girato il video di Thriller. Ci siamo andati e devo ammettere che è stato davvero emozionante.
E sono ritornata alle Everglades dove ho rifatto l’esperienza del safari alla ricerca degli alligatori (di cui avevo parlato anni fa in questo post).
Dulcis in fundo, ci siamo immersi nella nightlife di Miami Beach a suon di musica latina, mojito e margarita. Perché Miami va vissuta anche così, nella sua goliardia. Già pensavo che Miami fosse un crogiolo di etnie e culture, ma con questo viaggio ho potuto appurarlo ancora di più.
Articolo realizzato in collaborazione con Made