Sono passati due mesi dall'inizio della quarantena ed è giunto il momento di tirare le somme. Questo post lo scrivo per condividere le mie impressioni con voi, ma anche - e soprattutto - per me stessa. Per rileggerlo tra qualche anno o anche solo tra qualche mese quando - si spera - tutta questa situazione sarà ormai un ricordo.

Il 2 marzo, prima dell'inizio della quarantena da me, vi parlavo di bellezza collaterale. Il 16 marzo, invece, dopo la prima settimana di quarantena, vi parlavo di patriottismo e dell'orgoglio nel vedere finalmente un'Italia unita. Sembra passata una vita da quei giorni, quando i balconi di tutta Italia hanno fatto il giro del mondo nel web. Poi ho iniziato con le newsletter, parlando delle mie sensazioni ad un gruppo più intimo e affezionato. E ci siamo fatti compagnia con queste lettere settimanali (a proposito, se volete iscrivervi in vista della newsletter di lunedì prossimo, siete ancora in tempo). 

Ma cosa resta di tutto quello che ho scritto finora, di tutte quelle emozioni contrastanti buttate giù di getto? Cosa ho imparato da questi due mesi in casa e da questa situazione? E soprattutto, ho davvero imparato qualcosa? È cambiato qualcosa?

Perché se all'inizio pensavo che tutti ne saremmo usciti migliori, ecco, adesso non ne sono più così certa. Se all'inizio pensavo che finalmente avremmo parlato di un'Italia unita senza denigrare il sud e svilire i meridionali (o viceversa), beh, adesso non ci metterei la mano sul fuoco.

In questi giorni mi sono interrogata a lungo. Ed ecco quello che è venuto fuori. 

Ho scoperto due belle persone (grazie a una raccolta fondi)

All'inizio della quarantena ho dato il mio piccolo contributo per aiutare la raccolta fondi lanciata da Barbara Palazzi, una ragazza barese che si è impegnata in prima persona - col supporto di altri ragazzi baresi tra cui Gaia Vernaglione - per aiutare la terapia intensiva in Puglia.

Io, Barbara e Gaia per giorni e giorni ci siamo sentite quotidianamente sia per la raccolta fondi (e per risolvere innumerevoli grattacapi), ma anche per sapere semplicemente come stessimo. Per confrontarci sulla quotidianità e su tante tematiche, dalle più banali alle più profonde. Non ho mai incontrato dal vivo queste due ragazze, ma ormai mi sembra di conoscerle bene. Incredibile come un'esperienza del genere, vissuta in questo momento storico, possa legare a tal punto da poter dire che loro rientrano tra le belle scoperte di questi due mesi. E non vediamo l'ora di poterci incontrare dal vivo per brindare a questo legame che, in un altro contesto, non sarebbe mai nato. 

Dalle cose belle nascono cose belle, ecco.

Ho imparato a stare a casa, a crearmi una routine

Erano secoli che non trascorrevo così tanto tempo a casa. Ma nemmeno 24 ore di fila. Da anni non avevo una routine e non riuscivo a seguire una dieta, sempre sballottolata da una destinazione all'altra con dei ritmi che mi stavano consumando (basti pensare che avevo sviluppato un'altissima sensibilità al nichel e al cobalto che adesso pare essere quasi scomparsa). In questi due mesi di lockdown ho ripreso ad avere una routine. A ritagliarmi del tempo per nuove passioni o per approfondire ciò che prima non riuscivo mai a fare. Erano almeno due anni che ripetevo agli amici "Quest'anno passerò più tempo a casa", ma alla fine della fiera una pausa non riuscivo a prendermela mai. Nemmeno in vacanza. 

Questa pausa forzata forse ci voleva. Perché questa routine, alla fine, a me non dispiace così tanto. Certo, mi manca volare e mi manca il contatto con le persone e con nuove culture, ma credo che in futuro anche questo aspetto verrà ridimensionato. Sì viaggiare, ma con parsimonia e puntando alla sostenibilità. Sia per l'ambiente, che per noi stessi.

Ho iniziato ad allenarmi tutti i giorni

Non avendo una routine, non riuscivo nemmeno ad essere costante con gli allenamenti. Tant'è che ho praticamente regalato alla mia vecchia palestra il mio ultimo abbonamento annuale. In questi due mesi ho iniziato ad allenarmi come mai avevo fatto prima, prendendo i workout come un impegno quotidiano. E mi è servito tantissimo, sia per restare più o meno in forma (nonostante la miriade di taralli sfornati) che per liberarmi dall'ansia e dalla negatività. 

Ho creato (finalmente) la mia newsletter

Me lo ripromettevo da anni, ma non avevo mai il tempo (o il coraggio?) di farlo. Sentivo la necessità di creare una newsletter per "pochi intimi", per i lettori più affezionati, ma non mi decidevo mai a concretizzare quel desiderio. Spinta dalla voglia di offrire qualcosa a voi che mi leggete, spinta dalla voglia di farvi compagnia in questo periodo in cui sentirsi soli (anche a casa in compagnia) è fin troppo semplice, alla fine mi son decisa. E non avrei potuto fare scelta migliore. In nemmeno due mesi, lettera dopo lettera, voi iscritti siete diventati sempre di più, con mia grande sorpresa. E col crescente timore - il mio solito timore - di non essere all'altezza. Ma per ora sorvoliamo.

Queste lettere settimanali - ora divenute mensili - scritte con amore per voi mi hanno dato tanto. Innanzitutto mi hanno dato la possibilità di esprimermi e di dimostravi il mio affetto, ma mi hanno anche tenuto impegnata rendendomi utile e produttiva E la più grande gratificazione è stata ricevere i feedback positivi di molte lettrici (incluse alcune bellissime mail). Lunedì alle 12:00 arriva la prossima!

Mi sono messa ai fornelli (giusto il minimo)

Mi sono anche messa ai fornelli. Ma su questo aspetto non mi dilungherò. C'è ancora tanto su cui lavorare (e nel frattempo mi affido alle ricette pugliesi di mia madre e dello chef Mimmo Bufano). 

Ho dedicato più tempo a TikTok

In questi mesi ho studiato meglio TikTok. Ero iscritta dallo scorso autunno, ma non mi ci ero mai davvero dedicata. Presa dalla voglia di sperimentare e di evadere, ho passato del tempo su questa piattaforma. E posso dirvi che per me è promossa. Se utilizzata consapevolmente e con criterio, può persino insegnare qualcosa (oltre che intrattenere e divertire tanto). 

Ho ascoltato tantissimi podcast

Amavo già i podcast, ma in questo periodo ne sono diventata proprio dipendente. Apprezzo sia i podcast illuminanti e formativi - quelli che hanno qualcosa da insegnare - che quelli da intrattenimento. Li ascolto mentre prendo il sole, mentre riordino, mentre faccio cose (e non vedo gente). Nella mia newsletter ne ho segnalati alcuni tra i miei preferiti, ma devo dire che mi piace molto esplorare e scoprirne di nuovi. Sono in continua ricerca. 

Ho ripreso a leggere (e ascoltare libri)

Per i soliti motivi di tempo da anni non riuscivo più a leggere, a prestare attenzione a ciò che leggevo (con mille idee che frullavano nella testa). In questi due mesi ho letto diversi libri e ho ascoltato - e sto ascoltando tuttora - alcuni audiolibri. È bellissimo ritrovare dopo tanti anni una passione che ho sempre avuto e da cui mi ero a malincuore allontanata. Credo di avervelo già detto: da piccola divoravo libri di ogni genere. E ho letto molti più libri nei miei primi 15 anni di vita che nei restanti 14. Spero vivamente che questo non sia solo un riavvicinamento da quarantena. 

Ho imparato ad apprezzare la normalità, ad amare le piccole cose

Dulcis in fundo, credo di aver finalmente imparato ad apprezzare la normalità. Io, che ho sempre cercato lo straordinario, che ho sempre sognato di viaggiare, di catapultarmi dall'altra parte del mondo, Io, che sono sempre stata così caparbia, ambiziosa e esigente con me stessa, adesso apprezzo più che mai la normalità. E voglio più normalità nella mia vita.

Voglio riappropriarmi di quelle piccole cose che sembrano banali ma non lo sono affatto.

Come una serata con gli amici e la goliardia di una festa ballando musica disco anni '80 o anni '90. E dobbiamo tutti ammettere che a inizio quarantena le dirette di Jo Squillo ci hanno ricordato quanto caspita fa star bene ballare e divertirsi. Se ci siamo divertiti durante un "normale" sabato sera dalle 22:00 a mezzanotte ballando come scemi con Jo Squillo e i suoi manichini (Michelle e Valentina) sullo schermo del telefono e ritrovandoci a commentare di tutto insieme a Simona Ventura, Chiara Ferragni, Fedez, Tommaso Zorzi, Facchinetti e molti altri, beh, immaginate come sarà quando potremo interagire con gli amici dal vivo. Scatenarci come non mai. Bere gin tonic a profusione (responsabilmente, sia chiaro). E andare davvero dal paninaro a fine serata, proprio come proponeva Fedez alla fine di quel famoso sabato sera con Jo che passerà alla storia. 

Come condividere una passeggiata sul lungomare con qualcuno a cui si vuole tanto bene.

Come questo tramonto vista mare e barchette, che, sebbene io l'abbia sempre considerato bellissimo, ormai ritenevo "ordinario", banale, scontato. E invece non è affatto scontato. Lo dimostra il fatto che ritrovarmi al suo cospetto dopo due mesi senza tramonto sul mare, ecco, mi ha tanto emozionato. Ma proprio tanto. 

E penso a quanto mi emozionerò ancora riconquistando pian piano piccole cose che non ho potuto fare in queste lunghissime settimane.

Io tutto questo non voglio dimenticarlo. 

Non possiamo dimenticarlo.

Lo straordinario dell'ordinario.