Livorno: l'altra Toscana da scoprire
Vai all'articolo: Livorno: l'altra Toscana da scoprireEsattamente un anno fa ho messo piede per la prima volta a Livorno.
Non ho fatto in tempo a mettervi piede che sono volata subito via, salutando il traghetto che dalla Corsica mi ha lasciato al porto livornese.
Livorno per me, fino a un anno fa, era semplicemente un porto.
E quello che molti pensano è che Livorno sia - appunto - un porto.
Un punto di attracco per traghetti e crociere, una città di passaggio che dal punto di vista turistico non ha nulla da offrire.
Certo, la Toscana custodisce così tante bellezze che eclissare una città "nuova" come Livorno risulta fin troppo facile.
Risulta facile eclissare una città che dopo i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale è stata in gran parte ricostruita. Soprattutto perché i livornesi non amano mettersi in vetrina.
I livornesi sanno essere ironici, espansivi, sagaci, ganzi (anzi, ganzi abbestia, come dicono sempre) ma quando si tratta di esibire al mondo la loro terra lo fanno timidamente. Quasi come se non ci credessero davvero. Quasi come se fosse assurdo l'interesse di un forestiero nei confronti della loro città natia.
"Ma davvero sono interessati a Livorno? A L I V O R N O?"
Sì, signori miei.
Siamo interessati a Livorno e mi auguro che, col tempo, sempre più gente possa lasciarsi incuriosire da questa città sicuramente votata per essere un importante porto nazionale, ma che sa offrire anche altro.
Sono reduce da quattro giorni livornesi e sono stata così bene che ho tanta, tantissima voglia di raccontarvi subito com'è andata. A chi si rivolge Livorno.
Questa domanda mi è stata posta tante volte in questi giorni.
Potrei dire che Livorno si rivolge a chi è in cerca di mete meno battute in Toscana, senza dubbio.
Si rivolge a chi conosce già le mete toscane conosciute a livello internazionale e vuole andare oltre. Ma Livorno si rivolge soprattutto a chi - come me - oltre all'arte e alla storia cerca l'evasione al mare, a chi cerca una piccola Venezia, a chi cerca una mezcla di culture in cui immergersi a capofitto. Perché a Livorno non ci si sente semplicemente in Toscana.
Ci si sente anche un po' al sud.
Ci si sente anche un po' nelle città costiere della Spagna.
Ci si sente anche un po' a Marsiglia. E va da sé che, data quest'ultima associazione, sia nato un gemellaggio con la città francese e un'assonanza tra il piatto tipico livornese - il cacciucco - e il piatto tipico marsigliese - la bouillabaisse.
Cosa mangiare/bere a Livorno
Prima di proporvi un mini itinerario della città, vorrei concentrarmi su qualcosa che mi ha letteralmente folgorato: la cucina livornese.
Avendo visitato la città in occasione del Cacciucco Pride, non posso che partire dal cacciucco, la specialità più apprezzata. La ricetta originale comprende diverse tipologie di pescato proveniente dalla Toscana e vari ingredienti del territorio che nella cottura si armonizzano tra loro dando vita a un'orgia di sapori.
Io l'ho gustato da Osteria della Venezia, trovandolo davvero saporito.
Ma oltre a un piatto impegnativo come il cacciucco (impegnativo perché per mangiarlo bisogna accomodarsi al ristorante e spendere una cifra che si aggira intorno ai 30 euro), Livorno offre tante opzioni per gli amanti dello street food.
A partire dal mega panino della Barrocciaia fino ad arrivare al superlativo 5&5 (si legge proprio cinque-e-cinque). Si tratta di una baguette contenente una sorta di frittata (che qui a Livorno chiamano torta) fatta con farina di ceci e pepe. E credetemi ragazzi, è buonissimo. Il nome 5&5 è dovuto al fatto che negli anni 60, quando è stato creato questo piatto, si chiedevano 5 lire di pane e 5 lire di torta.
Vi consiglio di provare questa prelibatezza da Gagarin, un localetto folcloristico che qui rappresenta un'istituzione. Come molti sapranno il 5e5 non è altro che quello che a Pisa viene chiamato cecina, ma non vi azzardate a chiedere una cecina da Gagarin... rischiate di rimanere a stomaco vuoto! Un consiglio very local: accompagnate la merenda con 5&5 con la spuma bionda, una tradizionale bibita gassata.
Un'altra bibita tipica e imperdibile è il ponce livornese, da bere a fine pasto. Si tratta di una bibita calda fatta con caffè, scorza di limone, rum (ribattezzato rumme), zucchero e, in alcuni casi, cannella.
Lo trovate ovunque, ma vi consiglio di provarlo al Bar Civili. In questo bar, che esiste dal 1889, preparano il ponce da una vita. Come abbiamo potuto notare, qui l'atmosfera è decisamente retrò e la clientela è molto trasversale: si incontrano tutte le età, sia i giovani che gli anziani. Essendo uno dei pochi bar dove si gioca anche a carte, qui si avvertono più che mai le radici ben salde della tradizione livornese.
Se invece siete alla ricerca di un buon gelato, vi suggerisco la gelateria naturale Caprilli (a pochi passi da Terrazza Mascagni), annoverata tra le prime 100 gelaterie in italia secondo Confartigianato. Infine, per un pranzo vista mare, vi consiglio il ristorante Bagni Sama, per mangiare pesce avvolti nel blu.
Cosa vedere a Livorno
A mio parere un weekend è il lasso di tempo ideale per visitare Livorno. In tre giorni potrete scoprire la città e avere un assaggio della costa, dedicandovi anche al mare.
Giorno 1
- Fortezza Vecchia. Abbiamo dedicato un paio d'ore alla visita di questa storica fortezza attraversando i vari periodi storici della città grazie alla guida di Ottone. Vi consiglio di non perdervi questa visita, un po' per capire il passato livornese ma soprattutto per il panorama strepitoso di cui si gode in cima.
- Venezia in barca. A bordo del battello di Fulvio Pacitto (l'ultimo superstite dei maestri d'ascia nonché uno dei maggiori detentori della tradizione livornese) ci siamo lasciati guidare in un tour dei Canali Medicei. Siamo partiti dal caratteristico quartiere della Venezia fino ad arrivare al rione Borgo dei Cappuccini.
- Mercato centrale. Più che un semplice mercato è un vero e proprio punto di ritrovo, caratterizzato anche da una bellissima architettura. Tra le tante attività, noi abbiamo provato la cucina de Le Vettovaglie. Ottima la cheesecake con ricotta di pecora.
- Isola della Meloria. A pochissimi chilometri dalla città si trova un isolotto piccolissimo: la Meloria. Un'escursione che consiglio vivamente a chi ama nuotare in acque limpide in mare aperto. L'isolotto non è sabbioso, ma è caratterizzato da un accumulo di scogli - più o meno piatti - al centro dei quali svetta una torre. Le acque che avvolgono la Meloria sono blu intenso, intervallate da chiazze turchesi. Immergersi qui è una goduria.
Giorno 2
- La Venezia a piedi. Dopo averla vista dal mare, era doveroso visitarla via terra, con la guida di Ottone. Grazie a lui abbiamo appurato che per vedere il barocco toscano in purezza bisogna venire a Livorno. Tra le peculiarità che più mi hanno colpito vi è il ponte di marmo - con delle iscrizioni - che dà accesso al quartiere della Venezia. Come ho scritto su, a Livorno confluiscono numerose culture. Molto spiccata è l'influenza ebraica e lo evince dalla presenza della sinagoga - per questa breve visita devo ringraziare le super local di Spiccando il Volo.
A due passi dalla sinagoga si trova la Barrocciaia (di cui vi ho parlato su), dove mangiare uno dei panini più buoni e calorici di Livorno e dintorni.
- Terrazza Mascagni. Per concludere in bellezza è obbligatoria una tappa a Terrazza Mascagni, divenuta ormai uno dei simboli della città. Si tratta di una piazza dalle dimensioni gigantesche, caratterizzata da un pavimento a scacchiera, bianco e grigio, a contrasto con l'azzurro del mare circostante. Si tratta di una costruzione fascista (sopravvissuta ai bombardamenti, a differenza del centro cittadino) che oggi dona lustro a Livorno.
Giorno 3
- Costa. L'ultimo giorno dedicatelo interamente al mare. Se amate le comodità delle strutture attrezzate, scegliete uno dei bagni sulla litoranea. Noi siamo stati all'Hotel Rex dove ci siamo immersi in acque limpide e ci siamo cimentati col sup. Un'unica raccomandazione: portate le scarpette da scoglio. A piedi nudi ci si può immergere senza problemi - come ha fatto la sottoscritta - ma con le scarpe adatte eviterete ogni rischio di frantumarvi le dita. Sempre come è successo alla sottoscritta.
- Castello del boccale. Io ho concluso in bellezza con la vista di questo castello arroccato. Un luogo incantevole ai piedi del quale si può anche trascorrere un'intera giornata di mare. Io vi consiglio di non lasciare la città senza prima aver visto questo gioiellino. Da non perdere Il quartiere della Venezia di sera è davvero suggestivo, con tutte le lucine sui canali. Fate tappa qui dopo il tramonto, anche solo per un aperitivo o una passeggiata. O magari per bere qualcosa post cena.
Dove dormire
Io ho soggiornato nell'elegantissimo Grand Hotel Palazzo, che si affaccia sulla Terrazza Mascagni. Altamente consigliato.
Si ringraziano il Comune e la Pro Loco di Livorno per l'impeccabile accoglienza e per la realizzazione di questo post.
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