La voce del silenzio
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chi sceglie con cura
le parole
da non dire.
[Alda Merini]
Sono una chiacchierona, io.
Sono una di quelle che, se è a proprio agio, riesce a parlare per ore fino a beccarsi una tonsillite (sì, qualche volta mi è accaduto).
Ricordo che un giorno, in prima elementare, parlai talmente tanto col mio compagno di banco che le suore mi spedirono in punizione dietro la lavagna. Forse è per questo che sono fuggita dalle suore, che trauma.
Ma sono anche una persona riflessiva, lo sono sempre stata.
Ho sempre amato vivere più vite rifugiandomi tra le pagine dei libri, raggomitolarmi accanto al finestrino per guardare l'orizzonte sognante guadagnandomi l'appellativo di strana.
Adesso lo adoro, ma all'inizio per me era un cruccio.
E poiché per un certo periodo ho cercato di mascherare questa parte di me sensibile e solitaria, un bel giorno la mia indole ha deciso di ribellarsi e schizzare fuori, più prepotente che mai.
E più passa il tempo e più mi sento affine a quella bambina diversa dai suoi coetanei che amava rifugiarsi nella lettura e nell'immaginazione.
Più passa il tempo e più mi accorgo che spesso al rumore preferisco il silenzio.
Chi ha detto che il silenzio è uno spazio vuoto?
Il silenzio è pieno, è ricco, è riposo ma anche un momento creativo.
Che non è scritto da nessuna parte che bisogna mostrarsi sempre felici, ne sono sempre più convinta.
Io nella vita offline sorrido tanto, è vero, ma solo per dispensare sorrisi veri. Credo nella positività e nell'ottimismo, ma senza esasperazione, senza correre il rischio di mentire a me stessa.
Ho anche momenti miei, intimi, che non voglio condividere con nessuno.
Perché non è scritto da nessuna parte che bisogna ostentare tutto quel che si fa, che bisogna trasformare la propria vita in una novella di dominio pubblico, che bisogna dire tutto di sé, che bisogna dare tutto quel che si crea.
Ci sono giorni in cui scelgo il silenzio. Per nutrire me stessa, per dare un senso al mio tempo che troppo spesso è così violentato da notifiche, post, messaggi, email e informazioni che mi sento scoppiare. E allora stacco tutto e mi dedico a me stessa.
Come dice Alessio nel suo ebook "Digital Detox" il tempo è il vero lusso, non dimentichiamolo.
Il web è il mio mondo ma non c’è solo questo. Le notifiche, le condivisioni, le immagini e le parole possono attendere per un po’.
Per “stare sempre sul pezzo” bisogna anche riuscire a stare in silenzio, almeno è quello che a me serve.
Mi ritrovo in queste parole di Luca. Ci sono situazioni, sensazioni e momenti che vanno semplicemente vissuti. Cercare di essere sempre presenti, sforzarsi di raccontare e raccontarsi ad ogni costo? Non fa per me.
Ci sono avvenimenti che non possono essere romanzati.
Perché, come ho scritto su Medium, la vita non è insostenibile leggerezza, ma è molto di più.
Mi piace chi sceglie con cura le parole da non dire.
Mi piace chi sa bene dove vuole andare, ma non urla, non fa rumore. Cammina in punta di piedi.
Sono tornata a casa dopo sette mesi di continue partenze e bagagli da fare e disfare.
E sono felice, ho bisogno delle mie radici.
Anche quest'anno l'autunno sarà la stagione della rinascita.
Nuovi progetti, nuove consapevolezze.
Tanta voglia di dedicarmi a me stessa, di prendermi cura del mio tempo, di dosare le parole.
Tanta voglia di ascoltare la voce del silenzio, senza più temere di essere strana.
Questa sono io, non potrei desiderare di meglio.
L'avevo detto che l'Asia mi avrebbe fatto tornare la voglia di scrivere di me :)
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