Sono appena rientrata e ripenso a questi giorni in Portogallo. 

Solo pochi giorni, ma sono bastati a stravolgere tutte le mie aspettative.

Già durante il volo di andata con TAP Portugal, sono stata attratta dalla melodia - per me completamente nuova - della lingua portoghese. Ho constatato che, al contrario di quello che comunemente si pensa, il portoghese è completamente differente dalla lingua spagnola, per poi apprendere che a causa di questo luogo comune le due lingue si sono mescolate creando il portugnol, una sorta di "dialetto", un puzzle di parole in cui si intersecano due culture.

E ogni volta che mi è capitato di pronunciare qualche parola in spagnolo, la mia guida Manuél mi ha prontamente ripreso "This is portugnol, this is not portuguese". Sorridendo, ma visibilmente punto nell'orgoglio.

Ecco, maledetti luoghi comuni.

Il Portogallo è divertimento, festa, un marasma di eventi.

In soli tre giorni ho partecipato alla Noite Branca (White Night) a Braga e alla Nos em d'bandada a Porto, un evento in cui la città si colora e si riempie di fiumi di gente. La musica fa da cornice nelle strade del centro. La musica è la protagonista indiscussa, con tutte le performance che si tengono in vari edifici, locali e appartamenti. Una festa giovane, ma a cui possono accedere liberamente anche i più adulti e le famiglie con i bambini curiosi.

La scena più bella dell'evento? Una miriade di ragazzi che rincorrevano il tram davanti alla mia espressione perplessa... che si è trasformata in entusiasmo quando ho capito il motivo di quella folle corsa. Una nota cantante portoghese, ospite dell'evento, si stava esibendo girando la città a bordo del tram. Una figata.

Il Portogallo è pieno zeppo di porticine bellissime e colorate, ma forse questo me l'aspettavo. Lo ammetto. Assieme al tripudio di colori degli azulejos.

E poi l'avventura.

E una natura selvaggia, rigogliosa, ribelle. Cascate altissime e sorprendenti, fiumi e animaletti che bloccano il passaggio mentre, a bordo di una jeep, ci addentriamo nella foresta.

Il Portogallo cela un cuore selvatico. E devi prestare attenzione a ogni dettaglio, alle curve strette e alle strade sterrate, devi arrenderti alla bellezza della natura.

Non mi aspettavo di trovare tutto questo verde qui. Guidata da un fuoristrada in questo paesaggio incantato, come in una fiaba (più avventurosa e senza carrozza).

Il Peneda-Gerês National Park è l'unico Parco Nazionale del Portogallo, nel nord del Paese. Un'oasi selvaggia, un rifugio verissimo in cui trovare la serenità tra impressionanti cascate, antiche strade romane e giganteschi massi che rendono il paesaggio surreale.

Con quella nebbia fitta che un po' ricorda le ambientazioni dei film fantasy.

Il cibo.

Il cibo in Portogallo è divino. Non accarezza il palato, ma lo seduce.

Ho adorato i dolci, ma soprattutto quell'insieme di assaggini tipici che in Portogallo prendono il nome di petiscos - non tapas come in Spagna, da tenere bene a mente!

Dulcis in fundo, il vino.

Il vino potrebbe già rivelarsi un ottimo pretesto per partire in Portogallo.

La zona di Porto e dintorni, in particolare, pullula di aziende in cui vivere una preziosa esperienza enogastronomica e degustare vini locali.

Il mio preferito? Il Tawny, un Porto dal colore ambrato e dal sapore dolce, complesso e ricco di aromi. Da perderci la testa.

Mi è bastato poco per capire che sì, nel Portogallo del Nord fa più freddo del previsto (d'inverno la temperature scende vertiginosamente), ma poco importa: ci pensa il vino a scaldare l'anima.

Sono solo le mie prime impressioni.

Presto vi parlerò meglio della città di Porto, dei suoi tesori e dei vini degustati. 

Per informazioni su Porto e la zona nord del Portogallo, consultate il sito ufficiale visitportoandnorth