Chiudo gli occhi e ripenso alla Cambogia.

Ripenso ad ogni singolo istante, ad ogni sorriso, ad ogni paesaggio.

E vorrei cristallizzare tutto. 

Difficile, ma mi impegno a incidere i ricordi.

Chiudo gli occhi e ripenso alla Cambogia.

Provo a riassumere mentalmente l'essenza del viaggio in questa terra. 

Nella mia mante scorrono viste mozzafiato, i templi di Angkor, tra i più belli al mondo. 

Eppure la mia mente va oltre, non si ferma ai paesaggi, supera le bellezze da cartolina e si posa sui bambini.

Sono loro i veri protagonisti del mio viaggio. Perché la Cambogia per me è la terra dei bambini

Quei bambini che ho incontrato tra cesti intrecciati, tra i rami degli alberi e in altri posti improbabili. 

Quei bambini così diversi, ma tutti ugualmente dolci.

Quelli che ti osservano con occhioni curiosi e ti scrutano con diffidenza aspettando che tu faccia la prima mossa. E basta esclamare "ciao" in cambogiano perché sul loro volto esploda un sorriso. Un sorriso contagioso, che non può non riempire di felicità.

Poi ci sono quei bambini che non ti chiedono nulla, nemmeno un saluto. Semplicemente ti aspettano.

Sì, ti aspettano, come ho già raccontato su Instagram.

Eravamo a Phnom Penh, sulla strada per Killing Fields, quando il nostro tuk tuk ha deciso di abbandonarci. Una ruota si è bucata e la prima cosa che ci è venuta in mente è stata "ma capitano tutte a noi?", ancora ignari che quell'imprevisto ci avrebbe regalato uno dei momenti più preziosi dell'intero viaggio.

Mentre il nostro tuk tuk driver provvedeva a riparare la ruota, mi sono affacciata in un vicoletto nascosto, di quelli angusti e misteriosi. E all'improvviso una miriade di faccine sorridenti hanno iniziato a correre verso di noi gridando "Helloooo!", uno di loro ancora col piatto del pranzo.

No, non cercavano soldi, volevano solo salutare degli stranieri sbucati nella loro stradina in the middle of nowhere, cosa non certo abituale.

Un episodio che mi ha cambiato la giornata. A volte gli imprevisti servono a insaporire le esperienze, a rendere tutto più speciale.

La mia Cambogia può essere riassunta col volto di un piccolo monaco imbronciato.

Con il coro di "helloooo!" dei bambini che escono da scuola o che giocano nella campagna fuori casa. 

Ecco.

Io non mi aspettavo questo dalla Cambogia.

Mi aspettavo una terra più ostile, che richiedesse del tempo per essere compresa. Mi aspettavo un Paese in cui occorresse scavare a fondo per ottenere gentilezza.

Ma è accaduto esattamente l'opposto.

I sorrisi in Cambogia sono gratuiti, specialmente quelli dei bambini. 

Vi lascio con questo video che ho caricato sul mio canale YouTube.

Non poteva che essere dedicato ai piccoli protagonisti della prima parte del mio viaggio in Asia.

P.s. Vi consiglio di cambiare le impostazioni per guardarlo in HD.

P.p.s. Quello sciame di puntini neri alla fine del video? Sono i pipistrelli della Bat Cave. Battambang mi ha stregato anche per questo. Un fenomeno unico.