#unviaggiovintage - rovistando tra i ricordi
Vai all'articolo: #unviaggiovintage - rovistando tra i ricordiOgni armadio degno di essere definito tale custodisce preziosi cimeli.
Sì, quegli abiti o accessori che ormai valgono meno di zero, ma di cui non ci libereremmo mai.
Sono quei capi che nel tempo hanno perso un po' di colore ma in compenso si sono impregnati del profumo delle cose vissute. Sono quegli oggetti - per noi - preziosi per il valore affettivo che attribuiamo ai momenti che rievocano. Oggetti vintage.
Ogni tanto, rovistando nella mia camera, mi ritrovo in mano un grosso fiore finto per raccogliere i capelli, uno di quei fermagli decisamente vistosi che H&M, puntualmente, ripropone ogni estate.
Avevo 18 anni. E avevo comprato quel fiore per il mio primo viaggio da sola.
Il viaggio post-diploma. Cinque ragazze in Grecia.
Perché vi parlo di questo?
Prima di tutto perché mi piace il vintage. Mi piace indossarlo, ascoltarlo... e forse sono anche io un po' vintage nonostante l'età (e non so se sia sempre un pregio).
E soprattutto perché voglio partecipare alla bella iniziativa lanciata da Monica: #unviaggiovintage.
Un hashtag dedicato a tutti i viaggiatori che non hanno paura di tirar fuori la roba vecchia dall'armadio!
Perché ho scelto il mio viaggio in Grecia?
Perché è stato il mio primo vero viaggio in autonomia.
Perché ho iniziato a viaggiare relativamente tardi, a 18 anni.
I miei genitori non sono mai stati dei viaggiatori e hanno faticato a comprendere fino in fondo la mia sete di scoperta.
Mi sarebbe piaciuto avere un grande bagaglio di ricordi di viaggio condivisi con i miei genitori, un pensiero frequente dal momento che sono circondata da gente che viaggia praticamente da quando era in fasce.
Ma in fondo va bene così. Va bene così perché se io oggi ho deciso di adottare uno stile di vita "seminomade", beh, non l'ho fatto per assecondare il desiderio di qualcuno, non l'ho ereditato dai parenti né da una contaminazione di passioni altrui.
Ho semplicemente ascoltato il mio cuore seguendo la mia, di passione.
Il viaggio in Grecia è iniziato a bordo di un terribile traghetto.
Ricordo quelle nove ore di viaggio come un incubo allietato dal forte desiderio di sperimentare il primo viaggio con le amiche.
Pensate che fino ad allora, fatta eccezione per le gite scolastiche, non avevo mai messo piede fuori dal confine italiano.
Non solo il mio primo viaggio con le amiche, ma anche la prima volta su una moto - tra l'altro una moto della peggior specie, tra miriadi di motorini guidati da pazzi scatenati.
Qualcuno lassù avrà pensato di risparmiarmi, per fortuna!
Già all'epoca avevo voglia di sperimentare le tradizioni locali.
E scoppio a ridere se solo penso alla Manuela diciottenne - e disperata - che si aggirava tra le stradine di Corfù alla ricerca del vero yogurt greco. Di lì a poco avrei capito che se avessi deciso di trascorrere le mie vacanze in Salento, avrei sicuramente trovato meno italiani.
A Corfù ho avuto anche il mio primo - ed ultimo - incontro con ScuolaZoo e i loro eventi.
Il caso ha voluto che, proprio durante la nostra permanenza, l'isola ospitasse il viaggio-evento di ScuolaZoo. Con un branco di ragazzi assatanati al seguito. Che ogni volta sbarcavano in ogni locale in cui eravamo noi.
A Corfù ho provato il mio primo volo in deltaplano.
Ho assaporato la sensazione di libertà e spensieratezza che solo le isole greche riescono a regalare.
Soprattutto a 18 anni.
E adesso mi ritrovo ad accarezzare i petali di quel fiore che quella settimana ho sfoggiato tra i capelli.
E penso che quei momenti non torneranno più.
Un viaggio che non potrei mai ripetere, ma che adesso mi lascia una strana sensazione.
Il tempo è tiranno, il tempo è ladro.
Ruba manciate di minuti, ruba la spensieratezza tra amiche, ruba la follia di una sera, la leggerezza con cui si butta giù il cocktail di troppo.
Ruba l'ebrezza del sentirsi vivi ballando al centro della pista davanti a una folla di estranei.
Perché sopraffatti dal senso di responsabilità e dal pudore.
Sopraggiungono gli impegni, i problemi, il lavoro.
E persino l'appuntamento serale con le amiche di sempre si riduce a un velocissimo brunch.
Lo scorrere del tempo porta via tutto quello che è più genuino.
E nemmeno te ne accorgi, perché il tempo cambia anche te.
Ecco perché custodisco quel fiore e tante altre futilità come preziosi cimeli.
Mi ricordano di #unviaggiovintage, mi ricordano quella che ero.
E dopotutto sono felice così.
Perché quella che ero mi ha portato a trasformarmi in quella che sono.
56 Commenti