Ode al pasticciotto e alla cucina salentina
Vai all'articolo: Ode al pasticciotto e alla cucina salentinaFinalmente un post dedicato alla cucina salentina, ma soprattutto al mio primo amore.
Un amore sofferto, un amore a distanza, un amore di quelli struggenti che ancora oggi non riesco a superare.
Una storia complicata quella tra me e mister pasticciotto che, tuttavia, sa sempre come farsi perdonare quando arrivo in Salento. Solo allora le papille gustative sono pronte a far festa e a ricongiungersi a quei sapori sublimi che conoscono da più di vent'anni.
Ode al pasticciotto.
Mia madre è salentina - l'avrò ripetuto decine di volte, fin troppo orgogliosa delle mie origini - e quindi la cucina della sua terra da sempre è anche parte della mia vita, la sento mia.
Perché il Salento non è solo fatto di spiagge paradisiache dalle acque cristalline. Il Salento è storia, cultura e tradizione.
Il Salento a cui sono più legata è quello del buon cibo che rifocilla lo spirito e sazia la mente.
Il cibo come attimo di convivialità, come collante delle piccole e delle grandi cose.
Dal sacchetto bianco di municeddhi - lumache di campagna - che mio nonno acquistava per mia madre dal mercato, al profumo intenso dei mustazzoli - dolci di origine araba, nel sacchetto della foto qui sotto - della zia, fino alla felicità nel trovare, appena sveglia, un enorme vassoio di caldi pasticciotti pronti ad addolcire la giornata. Uno dei tanti regali dello zio del cuore.
I piatti tipici salentini per me rappresentano la famiglia, la tradizione, la purezza e la bellezza delle cose semplici e genuine.
Vorrei farvi innamorare del lato gastronomico del Salento, un aspetto di cui si può godere tutto l'anno.
Per far questo parto proprio dal pasticciotto, di cui prima vi ho parlato in chiave un po' ironica -anche se in realtà scriverei davvero un'ode in suo onore.
Il pasticciotto è un dolce in pastafrolla ripieno di crema pasticcera. Lo so, detto così sembra un dolce come un altro, ma vi assicuro che è divino. E chi lo conosce confermerà.
Ultimamente molte pasticcerie propongono una versione black del pasticciotto, soprannominata Obama. Io continuo a preferire il pasticciotto tradizionale, ma ammetto che la nuova versione non è niente male!
Il rustico leccese è la specialità salentina che, insieme al pasticciotto, è in cima alla mia personalissima classifica. Ripieno di besciamella, mozzarella e pomodoro, è un prodotto di rosticceria ed è fatto di pasta frolla cotta al forno.
Adoro gustarlo passeggiando per le vie del centro storico di Lecce, ma spesso ne acquisto qualcuno dal mio panificio di fiducia prima di andare in spiaggia, come nella foto qui sotto.
Non ricordo con precisione quando ho assaggiato per la prima volta lu purpu alla pignata.
Mia madre lo prepara da sempre, tanto che, quando quest'estate l'ho ordinato in un ristorante a Porto Cesareo, non credevo fosse possibile che il mio ragazzo non l'avesse mai mangiato!
Si tratta di polpo cucinato nella pignata e spesso accompagnato dalle patate. Un piatto semplice risalente all'antichità.
La cucina salentina è molto ampia e propone specialità molto differenti tra loro.
Gran parte dei piatti sono poveri in quanto risalenti alla tradizione contadina, mentre alcuni - come ciceri e tria e i mustazzoli - sono stati influenzati dalla cultura araba.
E le amatissime frise - che a casa non mancano mai - sono invece di origine greca.
Sì, il Salento è una miscela di sapori e un incontro di culture.
Per i più curiosi ho trovato questa simpatica e interessante infografica. Una vera e propria guida enogastronomica del Salento.
Se non vi ho convinti io, ci penserà lei! :)
57 Commenti