"Mai come questa volta non sono stato io a fare il viaggio,

ma le persone che ho incontrato".

Paolo Rumiz

blogger possono risultare gente strana se visti dall'esterno.

Noi blogger riusciamo a tessere dei forti legami d'amicizia semplicemente comunicando attraverso lo schermo dello smartphone o del pc.

Senza esserci mai visti.

E come molte relazioni a distanza, dopo mesi di frequentazione online la voglia di incontrarsi dal vivo diventa inarrestabile.

#WeLevanto è nato così.

L'idea dei tre organizzatori [mitici] MartinaElena ed Enrico è stata quella di organizzare un raduno in modo da rendere reali quelle sincere conoscenze virtuali.

Il tutto nella meravigliosa cornice di Levanto e dei coloratissimi panorami liguri (inclusi quelli da sogno delle Cinque Terre).

Il viaggio per me è iniziato in auto da Roma. Un vero e proprio on the road scandito prima dalla pioggia incessante, poi dal timido sole, prima dalla pianura, poi dai dolci pendii collinari.

Un viaggio in auto accompagnato da un'ottima selezione musicale e da tre pazze scatenate (FarahLucia e Marika) che adoro troppo.

L'ingresso in Liguria è stato magico un po' perchè sognavo di essere in questa terra da secoli (ricordate i TravelDreams2014?), un po' per il panorama che ci ha accolto.

Il tempo incerto ha ceduto il posto al sole e alle candide nuvolette che mettono allegria.

I minuscoli borghi arroccati composti da una moltitudine di casettine incastrate tra loro ci hanno fatto sorridere esclamando continuamente come bimbe ingenue: Che bellezza!

Abbiamo percorso un tunnel verdissimo di fitta vegetazione e poi abbiamo visto lui, il mare, che insegue l'intera striscia ligure senza mai abbandonarla.

Una volta arrivata a Levanto, l'emozione è cresciuta inesorabilmente. Ogni passo è stato accompagnato da un piccolo ma crescente aumento del battito cardiaco fino ad una vera e propria tachicardia alla vista dei blogger che sognavo di incontrare da tempo: prima Martina ed Enrico - che ci hanno scortato appena arrivate - e poi tutti gli altri.

L'imbarazzo si è subito tramutato in un'esplosione di abbracci affettuosibacisorrisi infiniti...e persino occhi lucidi per la troppa emozione.

Un picco glicemico senza eguali!

Partendo dall'Oasi Hotel dell'adorabile Silvia (qui trovate il suo storify), ho scoperto le bellezze di Levanto, un comune ligure a due passi dalle costose Cinque terre e ingiustamente eclissato dalla loro fama.

Levanto è perfetta per raggiungere le Cinque Terre in pochi minuti di treno, ma non merita di essere solo un punto di appoggio o di passaggio.

No, Levanto merita del tempo tutto suo per essere esplorata in tranquillità. 

Se penso a Levanto immagino tutti i colori più belli: il verde delle colline e sul lato opposto il blu del mare, il rosso dei tetti e il giallo paglierino alternato all'arancione sulle pareti esterne delle casette. Per non parlare dei colori dei bellissimi murales che rallegrano la zona del mare.

Levanto è allegria, profumo di salsedine frammisto all'aria pura della natura, sorrisi, gente disponibile e sempre cordiale. 

E al tramonto il panorama diventa struggente di bellezza.

Bastano un telo e un aperitivo sul mare, il resto lo fa il paesaggio: il cielo diventa argentato con striature color albicocca e i ragazzi che fanno surf si nascondono tra le onde per poi fare capolino come puntini nel mare.

Una moltitudine di barchette colorate ravvivano la baia e proprio da qui è partito il gozzo tipicamente ligure che ci ha condotto alle bramate Cinque Terre (ve ne parlerò presto).

Non si può andare in Liguria senza provare il cibo locale.

Per questo devo ringraziare l'aperitivo del Salty Dog Cafè e la cena al ristorante Le Palme che ci hanno deliziato con della focaccia ligure(quella troppo buona strabordante di stracchino), le pizze ripiene di riso o di cicorie e spinaci... e il piatto più buono di pasta col pesto (con fagiolini e patate) che io abbia mai assaggiato nella mia vita.

La Liguria è bella e buona, ve lo assicuro.

Non sarebbe stato lo stesso senza una compagnia allegra e "variegata" come quella di #WeLevanto.

Una compagnia estremamente eterogenea e dagli accenti completamente differenti a seconda della regione di provenienza ma priva di barriere territoriali. 

Tra un bicchiere di vino e un boccone abbiamo riso, scherzato, chiacchierato come amici di sempre.

Sembra assurdo pensare che fino a pochi giorni fa queste persone per me non avevano ancora un volto definito e il nostro rapporto online era basato esclusivamente su un'affinità di interessi e sulla comune malattia del viaggiare.

E forse è stato proprio questo a creare un feeling inossidabile che è stato rafforzato dalla cena finale a casa di Martina a base di prodotti tipici provenienti da tutta Italia. In una sera abbiamo cenato in quasi tutto lo stivale senza spostarci da Deiva Marina.

Parafrasando Paolo Rumiz - che con un suo libro mi ha accompagnato nel viaggio di ritorno - "sono stata in mezzo a gente che mi sembra di avere sempre conosciuto".

Sono appena tornata a casa e mi sento incredibilmente fortunata e ricca dentro.

Grazie.