L'insostenibile leggerezza dell'essere blogger
Vai all'articolo: L'insostenibile leggerezza dell'essere bloggerL'insostenibile leggerezza dell'essere blogger. Un titolo folle per chi ha letto Kundera.
Se esistono attacchi d'arte, posso definire quello di stanotte un "attacco di scrittura". Sarà anche merito di Dallas Buyers Club (super film che vi consiglio). Quei momenti in cui ti senti elettrico e produttivo, impaziente di tornare a casa e prendere in mano carta e penna.
Il piacere di scrivere sulla carta.
Io sono una di quelle persone "malate" che annusa la carta. E non mi vergogno a dirlo. Ne respiro il profumo intensamente, quasi fosse la mia musa d'ispirazione.
Una come me non può certo definirsi 2.0.
Ci provo, sia chiaro. Ma preferisco il vintage, da sempre.
Chi mi conosce lo sa: io e la tecnologia non andiamo tanto d'accordo. Il digitale terrestre è stato un suicidio. Mi ritrovo in mano sempre il telecomando sbagliato.
Ditemi... si possono usare quattro telecomandi per un solo televisore? Io ci rinuncio.
Però - ora che ci penso - ho sempre avuto un debole per i blog.
Avevo il mio bel blogghino dei pensieri profondi su MSN (MSN... cavolo! Quanti anni sono passati dal mio ultimo accesso? Ma lo usano ancora?), poi ci ho provato anche su MySpace, ma non mi filava nessuno.
Dopo il triste abbandono di MSN ho pensato che la mia breve esperienza nella blogsfera si fosse conclusa.
E invece no. Eccomi qui... e sui social.
Premetto che sono sbarcata su Facebook in ritardo, quando si erano già iscritti quasi tutti i miei amici.
Prima di allora ero stata una vera outsider nel mondo dei social network.
Ma veniamo ad ora. Corre l'anno 2014 e mi trovate su Facebook, Twitter, Instagram, Google Plus e persino Foursquare!
E volendo potrei anche essere su Pinterest, Flickr e...chi più ne ha più ne metta!
Perchè un blogger - o aspirante tale - dovrebbe essere schiavo di tutti questi social?
"Perchè è importante, perchè promuovi i tuoi post, perchè conosci gente con le tue passioni..."
Balle. All'inizio è così (e ho conosciuto persone splendide grazie a questo mondo), ma dopo un pò ne diventi vittima.
Perchè non basta il blog, devi anche gestire millemila social, altrimenti non va bene. E il telefono deve divantare il prolungamento della tua mano.
Mi spiego meglio.
Avere un blog risucchia gran parte delle energie quotidiane.
Carica foto, scrivi post, promuovi sui social, commenta, rispondi...
Dall'esterno sembra una cosa super fighissima. E in realtà lo è, eccome se lo è.
Ma non è poi così semplice.
La vita da blogger non è tutta rosa e fiori.
Il mondo è paese e anche tra i blogger ci sono competizioni, rivalità, incomprensioni. Talvolta anche per motivi molto stupidi.
Ed io che mi immaginavo nel mondo dei blogger sull'altalena di Heidi con le caprette che fanno ciao!
Sveglia Manuela!
D'altro canto il blog è un orticello e sei tu a scegliere come coltivarlo. Decidendo di prendertene massima cura dalla nascita. Decidendo con chi condividerlo.
Io sicuramente scelgo le persone che mi strappano un sorriso, che arricchiscono quell'orticello a volte anche senza esserne consapevoli.
Permettendomi di essere blogger avendo con me una nuvola di leggerezza.
Ci sono volte in cui mi chiedo cosa è giusto e cosa è sbagliato.
La linea è così sottile.
Utilizzare troppo i social, scrivere un post critico e personale, additare chi critica questi comportamenti.
Non sono nessuno per giudicare o dare consigli. Per aver scritto questo post alle due di notte non devo stare tanto bene nemmeno io, eh!
Questo è lo strano mondo dei blogger. Un mondo affascinante con i suoi pregi e difetti.
Candido in questa intervista del Corriere delle Puglie sostiene che i blogger siano cantastorie di nuova generazione.
E mi piace quest'associazione scevra da preconcetti ed etichette.
Perchè nel mio blog racconto quello che vedono i miei occhi, il mio approccio soggettivo ed emozionale senza la presunzione che esso sia condiviso da tutti o esente da critiche.
Non ci si può sforzare di piacere a tutti. E' impossibile.
E quindi che senso avrebbe cercare disperatamente tematiche che possano essere accolte dai lettori?
Bisogna essere se stessi.
Anche rischiando di non ricevere la tanto bramata approvazione.
Elizabeth lo spiega bene. I blogger sono stupidi. Ma anche inguaribili sognatori in fissa con la scrittura. Col loro groviglio di idee in testa.
Oggi avevo voglia di parlare dei miei pensieri in viaggio...nella mente.
Tornerò presto a parlare dei viaggi, quelli veri.
Ma davvero la pesantezza è terribile e la leggerezza meravigliosa? L'assenza assoluta di un fardello fa si che l'uomo diventi più leggero dell'aria, prenda il volo verso l'alto, si allontani dalla terra, dall'essere terreno, diventi solo a metà reale e i suoi movimenti siano tanto liberi quanto privi di significato. Che cosa dobbiamo scegliere allora? La pesantezza o la leggerezza?― dal libro "L'insostenibile leggerezza dell'essere" di Milan Kundera
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