Il Brasile è senza dubbio una delle mete più desiderate dai viaggiatori. Almeno così è sempre stato per me. Ho sempre fantasticato su questo Paese e, quando ho avuto l’opportunità di visitarlo, beh, l’esperienza si è rivelata un sogno. Un sogno che voglio condividere con voi, con tanto di itinerario di viaggio.

Il Brasile è il quinto Paese più grande al mondo e va da sé che visitarlo in lungo e in largo (a meno che non si decida di trasferirsi lì per un lungo periodo) è praticamente impossibile. Bisogna dunque scegliere tre o più tappe e costruirci un itinerario in base ai propri interessi, per poi magari tornare per scoprire un’altra zona del Paese.

Un primo viaggio in Brasile, a mio avviso, non può non includere l’iconica città di Rio De Janeiro e almeno una delle due meraviglie naturali brasiliane o, meglio ancora, entrambe (su sette meraviglie naturali al mondo, il Brasile ne conta ben due). Il mio itinerario di dieci giorni in Brasile ha toccato proprio queste tappe, partendo dalle Cascate dell’Iguazú (che ho raggiunto in aereo dopo aver fatto un breve scalo a San Paolo appena atterrata dall’Italia), spostandomi poi a Manaus per esplorare la Foresta Amazzonica, per poi concludere in bellezza con la caotica e vibrante Rio De Janeiro.

Ecco quindi il mio itinerario e un po’ di informazioni per organizzare il vostro viaggio in Brasile.

Come scegliere le sistemazioni

Scegliere dove dormire in Brasile può risultare complesso, sia nelle città con un’incredibile offerta come Rio, che in quelle più selvagge come Manaus. Un’ottima soluzione per facilitare la ricerca della sistemazione ideale è CozyCozy, il più grande sito internet di comparazione di alloggi. Qualunque tipo di alloggi. Dagli hotel ai bed and breakfast passando per gli scambi di casa, fino ad arrivare alle sistemazioni più particolari come lodge, iurte, baite, case sull’albero e cabine. Nel caso del Brasile, oltre agli hotel ci sono tantissime soluzioni tradizionali che permettono di vivere la vera anima del Paese. Il grande vantaggio è dato dal fatto che, con la sua tecnologia, CozyCozy permette di risparmiare tempo avendo subito tutto a portata di mano, evitando quindi di comparare in autonomia le soluzioni e i relativi prezzi sulle varie piattaforme. Ad esempio, cercando una sistemazione nei dintorni delle Cascate dell’Iguazú, tramite CozyCozy ho scovato delle ville meravigliose a un ottimo prezzo.

Cose da sapere, prima di partire

Per le sue enormi dimensioni, in Brasile ci sono quattro fusi orari che variano a seconda della stagione e dello stato brasiliano. È bene tenerlo a mente, onde evitare sviste durante i vari spostamenti. Spostamenti che, toccando mete così lontane come Iguazu, Manaus e Rio, vanno fatti necessariamente in aereo.

Vaccini

Per la Foresta Amazzonica non è obbligatorio alcun vaccino, ma è fortemente consigliato. Io prima della partenza mi sono rivolta all’Ufficio Medicina dei Viaggi della mia città e, dopo aver fissato un appuntamento, ho chiesto consiglio ai professionisti a mia disposizione. Seguendo le loro raccomandazioni ho quindi scelto di fare la vaccinazione antitifica, quella contro l’Epatite A e quella contro la febbre gialla. Ma ripeto, non ci sono obblighi al momento. Sta ad ogni viaggiatore decidere come e se tutelarsi prima della partenza. Io comunque consiglio sempre di consultare il sito di Viaggiare Sicuri e leggere se ci sono cambiamenti in corso o particolari situazioni di emergenza.

Sicurezza a Rio De Janeiro

È risaputo che Rio De Janeiro (e tutto il Brasile, più in generale) non sia uno dei posti più sicuri al mondo, anzi. Premettendo che ogni esperienza è soggettiva e che ho viaggiato in gruppo, posso dirvi che non mi sono mai sentita in difficoltà. Non posso dirvi che è una città sicura, certo, non bisogna mai abbassare la guardia, ma noi (saremo stati fortunati?) non abbiamo vissuto nessun episodio spiacevole e abbiamo visto molta polizia in città. Quello che posso dirvi è che mai come in questo viaggio sono partita "leggera" portando con me solo lo stretto necessario. Niente scarpe/abbigliamento più chic, niente gioielli vistosi o preziosi, niente borse appariscenti. Solo marsupi anonimi, lasciando il passaporto sempre in camera. Ho lasciato persino la fede a casa e ho passato l’intero viaggio in sneakers o infradito. Magari eviterei di girare sola e cercherei di essere sempre in compagnia. Il mio consiglio, comunque, anche in questo caso, è sempre quello di leggere le informazioni su Viaggiare Sicuri prima della partenza.

Assicurazione sanitaria

È importantissimo - anche se non obbligatorio - avere una buona polizza assicurativa quando si viaggia in Brasile (ma questo vale in generale per tutto il mondo, anche quando si viaggia all’interno della Comunità Europea). Una buona assicurazione viaggio consente di viaggiare serenamente e, qualora dovessero esserci problemi, di potersi affidare all'assistenza di professionisti. L'assicurazione che io stipulo da anni e consiglio (con un ottimo rapporto qualità-prezzo) è quella di Heymondo.

Prima tappa del Viaggio in Brasile: Cascate dell’Iguazú

Patrimonio UNESCO dal 1984, le Cascate dell’Iguazú (o Iguassu - nella lingua indigena guarani Iguazú significa "acque grandi) sono composte da ben 275 cascate. Immerse nella foresta tropicale, sono considerate una delle sette meraviglie naturali del mondo. Qui la natura è potente e sovrasta i pensieri, incanta, è sopra ogni cosa. Si trovano proprio al confine tra Brasile e Argentina e va da sé che si può scegliere da che lato esplorarle e ammirarle. L’ideale sarebbe farlo da entrambi i lati in modo da poterle “gustare” da entrambe le angolazioni ma noi, per mancanza di tempo, ci siamo concentrati sul lato argentino. Abbiamo percorso a piedi il circuito inferiore e superiore per poi effettuare un’escursione in gommone per vedere le cascate ancor più da vicino e praticamente arrivare ai loro "piedi". La potenza dell’acqua è così vigorosa che è inevitabile, una volta arrivati al cospetto delle cascate, essere travolti da una fragorosa doccia. Il mio consiglio, se volete attraversare le cascate in gommone, è di portare un cambio completo (scarpe, abbigliamento, intimo).

La fauna del parco è ricchissima e al tempo stesso estremamente delicata, ragion per cui viene accuratamente preservata. Comprende, infatti, numerose specie in pericolo d'estinzione, come giaguari, tapiri, ocelot, jaguarondi, formichieri e aquile della foresta. Altre specie che vivono entro i confini del parco sono il tucano (ne ho visto uno, che meraviglia), mammiferi come il coati e parecchie specie di farfalle. E anche tantissime scimmie a cui bisogna prestare molta attenzione, evitando di porgere loro del cibo o altro.

Le Cascate dell’Iguazú sono uno di quei posti dove ti senti piccolo piccolo, attraversi la foresta maestosa e non puoi che metterti in ascolto, arrivi davanti alle cascate e vieni sovrastato dall’impeto dell’acqua e dalla forza della natura.
E rimani senza parole, soprattutto quando arrivi davanti alla Garganta del Diablo (Gola del Diavolo), la cascata più imponente del Parco, incorniciata da un indimenticabile arcobaleno. Indubbiamente, quella che più mi ha emozionato.

Seconda tappa del viaggio in Brasile: Manaus e la Foresta Amazzonica

La seconda tappa del nostro itinerario è quella sicuramente più selvaggia. L’Amazzonia, la regione più estesa del Brasile e in parte ancora inesplorata. Per arrivare nella Foresta Amazzonica occorre inevitabilmente arrivare a Manaus (in aereo) per poi procedere con una escursione organizzata (ne organizzano di giornaliere) oppure optare per un tour in barca di diversi giorni per addentrarsi nelle aree più remote dell’Amazzonia e comprendere meglio la sua maestosità. Il tutto attraversando il bacino amazzonico, che ospita la foresta più grande e il fiume più lungo, il Rio delle Amazzoni, che scorre per 6.992 chilometri dalle Ande fino all'Atlantico, trasportando più acqua di qualsiasi altro fiume al mondo.

Personalmente, posso dire che ancora oggi non riesco a realizzare davvero di essere stata nella Grande Foresta Amazzonica, il più grande polmone del pianeta che ospita il 13% degli alberi del mondo. Abitata da oltre dodicimila anni, è la regione capace di ospitare una biodiversità impareggiabile e ancora, per lo più, sconosciuta. La sua importanza è incommensurabile: i suoi 400 miliardi di alberi conservano enormi quantità di carbonio e sono responsabili del riciclaggio dell’acqua nell’atmosfera, contribuiscono alla formazione di nubi, raffreddano il sistema terrestre e supportano la produttività primaria. Pensate che la metà delle foreste pluviali del pianeta è già scomparsa e l’Amazzonia resta la più estesa del pianeta. E va assolutamente preservata. Per le tribù amazzoniche la foresta è viva, come un grande essere vivente da amare e rispettare. Questo ci è stato raccontato da un capo tribù durante un incontro molto emozionante.

Sono stata tre notti e quattro giorni nella Foresta Amazzonica e penso che sarà difficile vivere un’esperienza capace di eguagliare ciò che ho provato. Il cielo stellato, il senso di smarrimento attraversando la natura ancestrale, la sensazione di essere minuscole particelle e di valere niente - o quasi - al cospetto di una natura così imponente e dirompente. Il senso di vulnerabilità che da un lato spaventa e dall’altro trasmette il senso del rispetto. Perché un ecosistema come quello della Foresta Amazzonica risulta essere sacro e quando si sta in religioso silenzio lasciandosi ammaliare dalla sua bellezza, ecco, parla. Parla con i suoni, con i colori, con gli uccelli che all’improvviso spiccano il volo. Con le albe, i tramonti. È magia. È la magia della nostra Terra.

Innumerevoli sono le attività che si possono svolgere nella Foresta: dall’incontro con le tribù alla pesca dei piranha, fino ai safari notturni alla ricerca dei caimani Jacarè, specie autoctona di caimani i cui maschi possono raggiungere i tre metri di lunghezza. I Jacarè sono tra l’altro i principali predatori dei piranha.

Un’altra esperienza molto particolare è stata arrivare all’incrocio dei due fiumi dove il Rio Solimões trova il Rio Negro per diventare il vero Rio delle Amazzoni. Incredibile come i due fiumi si riescano a distinguere nitidamente grazie al colore diverso. dovuto alla differenza di pH. Nel Rio Negro è intorno ai 4, nel Solimões arriva intorno ai 6.

Va considerato che la navigabilità del fiume (e quindi la possibilità di esplorare la Grande Foresta) varia molto in base alle piogge e alla stagione. Nei periodi più secchi non tutti i canali sono navigabili ma - lo dico per esperienza, essendoci stata a settembre, in un periodo considerato più secco - lo spettacolo della natura lascia comunque attoniti, senza parole.

Terza tappa del viaggio in Brasile: Rio De Janeiro

Rio mi ha stregata. Confesso che ero davvero impaziente di incontrare lei. Vivace, colorata, ricca di natura e di punti panoramici incredibili. Piena di contrasti (d’altro canto mi innamoro sempre delle città piene di contrasti), piena di vita.
Purtroppo ne ho avuto solo un piccolo assaggio, quanto basta per ammaliarmi e farmi già venire voglia di tornare.

La scoperta di Rio non può che partire da una delle sette meraviglie del mondo moderno, nonché il simbolo di Rio per eccellenza: il Cristo Redentore. 38 metri (col piedistallo) e 1145 tonnellate. L'idea di costruire la statua sulla montagna del Corcovado nasceva già a metà ‘800, per poi concretizzarsi solo a partire dal 1922. Nonostante la sua imponenza, però, non è stato il Cristo Redentore a farmi innamorare di Rio.

Ho preferito di gran lunga la vista dal Pan di Zucchero, una montagna dalla forma singolare che, insieme al Cristo Redentore (che svetta dalla cima del Corcovado), è la principale attrazione turistica di Rio de Janeiro. Vi si sale con la funivia e il panorama da qui è incredibile. Non puoi che innamorarti della città da qui. Le origini del nome seguono due filoni, il primo relativo alla somiglianza con la forma dei cumuli di zucchero durante la produzione locale, il secondo è collegato alla parola "alta collina" in lingua indigena.

Ma, in primis, è stata l’anima vibrante di Rio a conquistarmi. Le sue strade, il suo brulicare di gente, i suoi colori. E la street art ne è il riflesso. Sì, perché Rio è piena di street art. A partire dal più grande murales al mondo realizzato da Kobra, uno degli street artist più famosi a livello internazionale (ed è proprio brasiliano). Percorrendo questa strada coloratissima si arriva in uno dei posti più belli di Rio: la scalinata Selarón. Questa scalinata è diventata uno dei simboli della città carioca e, con la sua esplosione di colori e il suo mix di ceramiche da ogni parte del mondo, trovo la rappresenti molto. Si tratta di un'opera d'arte incastonata nel tessuto urbano carioca.
Prende il nome dall'omonimo artista cileno che, dopo aver visitato oltre 50 paesi nel mondo, si innamorò di Rio e decise di stabilirsi qui, trovando casa proprio accanto a questa scalinata.
II "progetto" di questa scalinata iniziò negli anni '90, quando Selarón decise di dare nuova vita a questa scala deturpata, decorandola. Iniziò così a cercare le ceramiche nei cassonetti delle ristrutturazioni e pian piano iniziò a ricevere ceramiche da ogni parte del mondo.
Oggi la scalinata conta più di 3000 ceramiche di oltre 60 Paesi nel mondo.
Nel 2007 proprio per questa scalinata Selarón ricevette la cittadinanza onoraria.

La cosa curiosa è che Selarón continuava a spostare continuamente le ceramiche, tant'è che più che una passione per lui la scalinata era diventata una vera ossessione. E così è stato fino alla sua morte nel 2013. Oggi la scalinata è un dono che Selarón ha lasciato alla città, impreziosendola e rendendo la sua arte immortale.
lo la trovo meravigliosa perché rappresenta il mondo nel mondo di Rio.

E per finire, non si può lasciare Rio senza passare qualche ora a Ipanema. La leggendaria spiaggia di Ipanema. Una spiaggia che emana un’energia pazzesca, tant’è che il brano “Garota de Ipanema (La ragazza di Ipanema)” è la canzone interpretata da più autori nella storia della musica. La versione originale è stata composta da Vinícius de Moraes e Antônio Carlos Jobim.

 

Per chiudere in bellezza, vale la pena ritagliarsi una cena a Churrascaría Palace, che dicono essere la churrascaría più antica della città. Qui troverete persone vestite di tutto punto ed altre (come me, dato che ho preferito partire super light) in infradito e marsupio. Ed è anche questo il bello di Rio. La mezcla di gente, culture, abbigliamento, usi e costumi.

Foto in copertina: Luca Parisse